Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
anno <1964>   pagina <517>
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// Sillabo nei primi giudizi della stampa libérale 517
colore e importanza, lo testimonierebbe a sufficienza un. lungo articolo dei setti­manale The Weekly Chronich and Register,*' il quale si occupò dell'enciclica e del Sillabo nel numero del sette gennaio 1865 la sola ed unica volta, essendo una pubblicazione di argomenti bancari, assicurativi, ferroviari, minerari e corniner-c-iali. Ma tant*è, sentì anch'essa il bisogno di pagare un tributo a quello che con-timi ava ad essere il topic of the day.
Lo scritto assume volutamente un tono e un'andatura scanzonati, che però non riescono a celare un certo risentimento contro i documenti papali nò a smi­nuire il significato e l'importanza del gesto pontificio. Quindi, sarà alquanto smentita l'affermazione iniziale, secondo cui l'enciclica avrebbe divertito e ricordato ai redattori che esisteva ancora nel mondo una classe di gente su cui la verità sarebbe stata nella completa impossibilità d'influire, come su quel tal gentiluomo inglese rimasto famoso nella storia, Hardcastle,a) il quale non voleva neppure sentire parlare di Galileo e di Newton e del moto della terra, fisso nel­l'idea che Giosuè al sole non alla terra aveva comandato di fermarsi.
Il mondo è pieno di Hardcastle, sospirava il Chronich, e il papa è il loro capo !
Se Pio IX, continuava dopo aver fatto alcuni dei rilievi comuni sull'enciclica, avesse dovuto tenere una conferenza su qualcuno dei soggetti di cui parlava o giudicava in modo così assoluto, gli sarebbe accaduto come al frate che predi­cando dinanzi ad Enrico Vili contro lo studio del greco, alle contestazioni del re dovette confessare di non aver alcuna conoscenza di quella lingua.
Tuttavia, gli sembrava che l'inconveniente maggiore stava nel fatto che il pontefice posto in così eccelso loco, era costretto a vedere tutto attraverso i vetri dell'ortodossia cattolica, cioè del pregiudizio. Non senza contraddizione, comune del resto a parecchi di questi giornali nel giudicare dell'enciclica, passava poi a narrare hi storia dei documenti pontifici, i quali sarebbero stati mandati ai vescovi per esaminarli e che poi sarebbero stati ancora discussi a Roma al S. Ufficio; sicché sarebbero stati come una quintessenza di cattolicità.
Nel qual caso allora ed è qui la contraddizione la personale competenza o meno del papa non aveva alcuna importanza, se i documenti rappresentavano un atto ufficiale della Chiesa docente, numericamente quasi al completo. Ma il numero non valeva a far desistere il Chronich dal suo giudizio totalmente nega­tivo su quelle dottrine da medioevo, giacché tutti i vescovi erano della scuola di Ildebrando senza averne il genio e non comprendevano che la natura con le sue inesorabili leggi obbliga il membro* cioè l'uomo di una società civile e progredita a marciare, altrimenti lo travolge nelle sue rovine. Ormai era finito il tempo nel quale ai andava avanti con la fede e si credeva alle storielle della nurse.
L'uomo aveva trovatala sua ragione ed era costretto ad impiegarla. Se però il papa parlava con autorità divina, concedeva il Chronich, ciò sarebbe stato' presto dimostrato, giacché parlando egli ai suoi figli, questi non sarebbero rima-
J) Thè Weekly Chronicle and Itegisicr., 7 gennaio 1865, pp. 7-8.
2) Ritengo ti tratti di Thomas Hardcautle, morto il 29 settembre 1678, predicatore e scrittore inglese, passato dalla chiesa ufficiale atta battista, arrostato, processato e car­cerato più volte per le sue idee. Operò n Londra e a Bristol (cfr. S. Saura, L. STEPHEN, The Dictionary of National lììography, London, voi. Vili, pp. 1212-12Ì8.
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