Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
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1964
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521
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// Sillabo nei primi giudizi della stampa liberale 521
S. Sede e la nazione più devota al papato aveva rigettate le dottrine di Ildebrando e d'Innocenzo 111; mentre solo il sedicente successore di san Pietro, continuava il Daily Telegraph, conservava le chiavi non solo del ciclo e dell'inferno, ma anche dell'intelletto degli uomini. E tuttavia, si rammaricava l'articolista, vi sarebbe stato qualcosa di quasi sublime nell'enormità della pretesa papale, se fosse stato possibile contemplato il pontificato romano in astratto e distrarre l'attenzione da quello che nella realtà era il Vaticano di oggi al confronto di quello clic era stato il papato, allorché personaggi come Galileo si erano chinati ubbidienti agli editti dell'autocrate vaticano. Ormai, constatava l'articolista, l'era dei Gregori, dei Leoni, di san Francesco, di san Benedetto, di Ignazio di Loyola rimanevano lontani ricordi e solo il papato era ancora li come un relitto fossile di un'età antidiluviana con le sue vecchie strutture, come un cane che abbaiava ancora quando i suoi erano partiti.
Più incomprensibile per il Daily Telegraph, come per tanta parte della stampa liberale, era il gesto di un uomo ohe sicuro sotto la sprezzante protezione della Francia, promulgava i suoi decreti ad un mondo distratto; sicché le parole sonavano come quelle di Ildebrando, ma la voce era quella del povero Pio IX.
L'insistenza con la quale il Daily Telegraph continuava ancora a lungo a celiare e ironizzare sul papa in san Pietro per il Natale e sui suoi consiglieri e cardinali e redattori dell'enciclica e del Sillabo e Bulle condanne emesse o da emettersi solennemente per hi festa del Natale, manifestava chiaramente che il solo annunzio telegrafico della Reuter aveva turbato troppo profondamente i sogni del giornale, che alla fine dell'articolo cercava di consolarsi esagerando la portata dell'atteggiamento del card. Girolamo d'Andrea in contrasto con la politica della S. Sede nella questione italiana.
Ancora il 28 il Daily Telegraph si soffermò a lungo sui documenti pontifici specialmente sul Sillabo insistendo su parecchi dei medesimi concetti precedenti i giornali accusavano il papa di ripetere cose già dette e viete, ma non pare che la predica venisse da pulpiti troppo qualificati per farla 1
Non reca certo meraviglia che il tasto della infallibilità pontificia fosse piuttosto delicato in Inghilterra. Nel suo articolo di fondo del 29 dicembre il Morning Advertiser l) riteneva il gesto papale un nuovo atto di usurpazione e lo vedeva connesso particolarmente all'infallibilità che si voleva dichiarare ma che si rimandava per il timore della chiesa gallicana. Gli sembrava, però, che con la Quanta cura il dado fosse tratto. Da quel momento ogni decisione del pontefice in materia anche temporale doveva essere istantaneamente ammessa se riguardava il bene della Chiesa; anzi, le decisioni in ogni materia dovevano accettarsi come prima si accettavano le dottrinali e le morali. Bastava questo punto, sottolineava l'articolista, a far risaltare l'incompatibilità fra Roma e gli anglicani. Da parte cattolica non c'era da attendersi forti resistenze, giacché la chiesa gallicana non era in grado di opporsi e molti vescovi francesi erano ultramontani.
Eppure, il Morning Advertiser ammetteva condiscendente che il papa aveva agito a quel modo in nomo del bene della religione e dell'umanità, secondo quello che egli ri teneva vero; soltanto, osservava, se in nome di quelle dottrine fossero stati abbattuti i principi che governavano, ormai, la società, ne sarebbero seguite
i) Quotidiano liberale Indipendonto di Londra, fondato noi 1794