Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
anno <1964>   pagina <523>
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Il . Sillabo nei primi giudizi della stampa liberale 523
corrispondenza del 30 dicembre, pubblicata il 2 gennaio, sentiva il bisogno di spiegare ai londinesi il perchè dell'interesse che Parigi prendeva all'enciclica e lo trovava nel fatto che la Francia era la guardiana del papa a Roma e nel trattato concluso con l'Italia il 15 settembre precedente, oltre che nell'essere una nazione cristiano-cattolica con governo cattolico e con preti che facevano della politica in favore del papa.
In realtà, a Londra i giornali non si interessavano meno che a Parigi, come ap­pare da queste spigolature, dei documenti pontifici e dei loro riflessi sull'opinione pubblica, anche se gli aspetti e gli interessi suscitati erano, in parte, alquanto diversi, Forse era vero che i quotidiani parigini impiegavano più. colonne dei londinesi nel commento delle proposizioni' del Sillabo.
Una voce del corrispondente fiorentino riportava l'eco delle impressioni toscane all'apparirò dell'enciclica. L'importanza principale veniva attribuita al tempo della pubblicazione, secondo il corrispondente, giacché per il resto si trattava di una di quelle condanne periodiche emesse dalla Chiesa di Roma, nella quale non era scomparsa la volontà dei Gregori e degli Innocenti, sebbene difettasse ormai il potere.
Un settimanale di politica, letteratura, arte e teologia, Spectator,l) dopo i soliti annunzi dell'enciclica e del Sillabo, il 31 dicembre ad dedicò essi due articoli. Nel primo ai limitò a brevi considerazioni rilevando, fra l'altro, che l'impressione di grandezza di quella meravigliosa sfida che veniva lanciata al pensiero e alla coscienza moderna, era sminuita da una quantità di circonlocu­zioni, che ne diluivano il significato. Nel secondo, invece, amplissimo scritto era affrontato il significato dell'enciclica ovvero era delineata l'immagine e descritta la missione che la Chiesa cattolica avrebbe potuto e dovuto svolgere, secondo l'articolista gli articoli in questo come in tutti gli organi di stampa erano anonimi qualora avesse conservata la sua elasticità di adattamento e non si fosse ostinata a rimanere legata a quelle dottrine da medioevo. Infatti, uomini HI umiliali come Montalembert in Francia, Doflmger in Germania, Àcton in Inghilterra, avevano dichiarato che il conflitto fra le idee moderne e il papato era inesistente e che la Chiesa poteva e doveva accettarle e restare cosi maestra e guida dell'umanità.
Per alcuni anni, confessava l'articolista, sembrò che il papato avendo sorriso alle idee del 1848, accettasse anche il seguito, come aveva fatto fino a queste ultime settimane, con vantaggio della comunità umana, nella quale il papa avreb­be potuto rappresentare una specie di moderatore, di arbitro competente fra la libertà e la licenza, l'opinione e l'autorità, la ragione e la fede.
Ma che cosa era accaduto, secondo lo Spectator ? Il papa era vecchio, scarso di cultura, guidato da uomini non robusti ragionatori, mentre i teologi italiani gelosi della nuova scuola allo stesso modo che gli ignoranti vescovi inglesi guar­davano le idee della chiesa inglese fuori dell'Inghilterra, avevano messo a tacere Montalembert, avevano censurato Dollinger, vilipeso Acton e finalmente pub­blicato l'enciclica che l'Europa guardava quasi atterrita.
Nella lunga storia della Chiesa di Roma, asseriva lo Spectator, non vi fu mai altro documento tanto pazzo e inutile per gli uni, gli ultramontani, i quali non
*) The Spectator, 31 dicembre 1864, pp. 1490-1491, Settimanale radicale fondato nel 1828. In questo tempo non. era espressione di alcun partito politica.