Rassegna storica del Risorgimento

GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
anno <1964>   pagina <524>
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524 Egidio Papa
ne avevano bisogno per rianimare le loro energie hi favore della causa dell'oscuran­tismo, dannoso per gli altri che credevano nella Chiesa cattolica e nel suo potere direttivo attraverso i tempi e in ogni circostanza; per costoro era stato un terri­bile choc. L'enciclica era stata come un non possumus intellettuale al mondo moderno, un rifiuto di assumerne la direzione e di provvedere alle sue necessita*
Quando al Sillabo, lo Speciator trovava giuste alcune condanne nelle quali conveniva col papa, ma il fatto si era che la maggior parte di quelle proposizioni denunziate erano quelle, sulle cui basi la società moderna si reggeva e senza cui non avrebbe potuto vivere, quali la libertà di discussione, il diritto dello Stato di controllare la Chiesa, il dovere degli ecclesiastici di sottomettersi alla legge, la tolleranza religiosa.
In conclusione, lo Spectator, come protestante, si tirava in disparte dicendo che i protestanti si aspettavano anche di peggio dal papa, ma sentiva di compa­tire i poveri cattolici di buona volontà cosi duramente colpiti. Si trattava, per intendersi, di quelli come il Ddllinger, l'Acton, il La Guéronuière e, messo sul medesimo piano, il Montalombcrt.
Molto equilibrato nei suoi giudizi sui documenti pontifici fu il settimanale tractariano, Guardian,1) che anzi prese addirittura le difese pur senza polemiz­zare, dell'infallibilità pontificia riconoscendo il valore e la sullimita dell'ufficio nella guida dei fedeli. Quanto alle dottrine riprovate, trovava parimente giusto il gesto del papa come capo della cristianità, giacché non si poteva non conve­nire con lui nella riprovazione di tanti mali che dilagavano nella società. Trovava, inoltre, giusto che le denunzie si estendessero a dottrine e questioni di filosofia e di politica, di vantaggio e convenienza sociale, giacché una guida infallibile non poteva non dare ai propri fedeli norme che si estendessero a tutto il vivere. E la ragione gli sembrava vederla nell'essere tali cose intimamente connesse con i diritti e gli interessi della Chiesa.
Con tale osservazione il Guardian ribatteva le asserzioni di coloro che in coro ripetevano che il papa aveva oltrepassato i limiti della sua competenza. E siccome non mancavano giornalisti che si attaccavano alla forma latina dei documenti pontifici giudicata barbara anzichenò, il Guardian rilevava che come esisteva uno stile legale e uno stile diplomatico, magari grottesco per orecchie comuni, cosi vi era lo stile cancelleresco adoperato dal papa, che doveva avere un tono grave come conveniva al linguaggio dell'infallibilità.
Non era, quindi, questione di stile, proseguiva cambiando alquanto atteg­giamento il Guardiant bensì della sostanza, del contenuto di detti documenti e della maniera di dir le cose ovvero di trattare i problemi correnti.
Nelle denunzie del pontefice che cosa vi era che induceva a riflettere ? A ohi era indirizzata l'esposizione dei principali errori moderni ? Quali conse­guenze dannose avrebbero potuto produrre quelle denunzie per i governi delle nazioni ? E i buoni cattolici non avrebbero potuto temere la dottrina del non-intervento e non avrebbero più detto che il papa doveva e poteva riconciliarsi con il progresso e la civiltà moderna ? E chiunque avesse voluto conoscere i limiti fra spirituale e temporale si sarebbe dovuto rivolgere ad affermazioni vaghe ed astratte, dalle quali era impossibile afferrare una qualunque chiara distinzione?
*) The Guardiant 4 gennaio 1865, p. 9. Fondato nel 1816, si occupava particolarmente di problemi religiosi. Liberale, ma molto garbato.