Rassegna storica del Risorgimento
GIORNALI LIBERALI FRANCIA 1864-1865; GIORNALI LIBERALI GRAN BRE
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540 Egidio Papa
ticava la dottrina dello Stato esposta nell'enciclica ritenendola inapplicabile in Austria e aggiungeva che finanche il Monde, secondo una corrispondenza da Roma, disapprovava la dir lustrazione di guerra che il papa aveva fatta al mondo civile. Tuttavia, secondo quel che rifeci va V Opinione del 1 gennaio, il quotidiano viennese faceva rilevare che la più nobile conquista del secolo XIX, la libertà di coscienza, aveva radici troppo profonde e ben* salde in Austria per essere estirpate. In polemica poi con l'ultramontano Voìksfreund chiariva di non combattere il potere temporale come Vittorio Emanuele ma solo perchè nello Stato pontificio si cercavano di attuare i principi politici dell'enciclica. Gli sembrava che nel conflitto fra Roma e il genio della civiltà moderna e del progresso l'enciclica precludesse assolutamente ogni speranza che Roma avesse mai a riconoscere in materia temporale i princìpi capaci di proteggere l'esistenza degli Stati. Roma, infatti, secondo il quotidiano viennese, non in materia di fede bensì in materia politica intimava a tutto l'universo di chinare il capo dinanzi ad essa. Voleva -forse il Voìksfreund che si ricostituisse la religione di Stato con esclusione di altri culti?
La Neue freie Presse ricordava al Voìksfreund che così esprimendosi aveva enunciata l'opinione della maggioranza del mondo cattolico. La sorda lotta, proseguiva testualmente, che si protrac nel seno della Chiesa ira i gesuiti e i cattolici liberali non degenererà ancora in rottura aperta, perchè Roma trovò sempre il modo d'impedirla. L'enciclica recente inasprirà i contrasti e Dio sa se la corte di Roma e oggi ancora in grado di sottrarre agli sguardi del mondo l'antagonismo interiore che la dilania. La parte liberale dell'alto e basso clero in Francia, in Germania, in Austria, in Italia, è l'elemento vitale della Chiesa;, sopra di questo essa deve appoggiarsi, se il gran progresso di questo secolo, la trasformazione del dominio papale, deve compiersi in pace senza convulsioni né catastrofi.
La Presse di Vienna, secondo VOpinione del 1 gennaio, sottolineava, fra 'altro, la condanna del principio del nonintervento e riteneva l'enciclica una risposta alla convenzione del 15 settembre. Per questo motivo le sembrava che Francia e Italia fossero particolarmente maltrattate. Però se esse avessero avuto davvero la volontà di eseguire crucila convenzione, non sarebbero certo state trattenute dall'enciclica. Rilevava, infine, il tono di disprezzo dell'enciclica contro i principi più certi della ragione, segnatamente contro quello dell'indipendenza nazionale.
Il 31 dicembre l'ufficioso Constilutìonnel di Parigi notava che a giudicare dagli articoli dei quotidiani viennesi Presse e Neue freie Presse, l'enciclica non aveva prodotto a Vienna un'impressione meno penosa che in Francia, anche se la reazione della stampa era stata contenuta in termini rispettosi. La reazione era diretta particolarmente contro le dottrine che tendevano a subordinare il potere laico all'autorità ecclesiastica. Si applichino in Austria tali dottrine, diceva Neue freie Presse, e si vedrà dove andremo a finire; per fortuna il debole e timido tentativo di applicazione fatto col concordato del 1855 restò senza successo.
Anche Opinion Nationale del 31 dicembro e Presse di Parigi del 1 gennaio riportarono ampiamente quei medesimi articoli dei quotidiani viennesi. Ma per la Gazette de Franco del 14 gennaio sarà effettivamente la sola Neue freie Presse a soffiare nel fuoco, mentre la stampa del gruppo liberale ovvero giudaico avrebbe lavorato contro l'enciclica con apparente moderazione.