Rassegna storica del Risorgimento
ALEXANDRESCU GRIGORE POESIE
anno
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1964
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pagina
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546
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546 Mircea Popescu
poesia sconosciuta fino a qualche anno fa, precisamente fino al 1957, quando a Bucarest venne pubblicato il primo volume, in, edizione critica, delle Opere dì Grigore Alexandrescu.a) A pp. 354-355 del volume troviamo otto quartine dedicate è il titolo della lirica Mafestàtìi Sale Victor Emanuel, Rogete Italici (A Sua Maestà Vittorio Emanuele, Re d'Italia ), di cui diamo qui di seguito una traduzione letterale, prosastica:
L'Italia da secoli gemeva sotto V'oppressione. Abbandonato dal destino sembrava il suo popolo. Senonèhè l'Onnipotente, per la sua salvezza, Fra tutti, scelse te, prode Vittorio.
Degno della tua stirpe e del tuo nome illustre, Intorno a te una nuova Italia sorse. Ogni intelletto di ogni parte del mondo Lesse e ammirò le tue magnìfiche vittorie.
Con un colpo di piede nella terra della libertà Ne ricavasti legioni dì soldati valorosi* I prodi ti furono attorno, il popolo ti adorò, I Romeni trasalirono di simpatia fraterna.
Torino, che tenevi allora per capitale,2) Fu, come Vomica Roma, scuola di prodezza. Ufficiali, soldati del nostro giovane esercito Godettero colà la tua alta protezione.3)
Quando la tua lunga spada sui campi di battaglia Faceva il vuoto fra i nemici, passando come una tempesta, Quando, vincitore gaio* entravi in qualche fortezza, Arrischiando la vita per la sua libertà,
1) GB. ALEXANDRESCO, Opere, voi. I: Poesii. Edizione critica corredata di note, varianti e Bibliografia, a cura di X. Fischer; studio introduttivo di Silvian Iosìfesco, Bucarest, Editrice di Stato per la letteratura e l'arte, 1957.
2) Nella prima stesura, risalente al periodo 1861-1864, il verso era: Porcile oggi è Torino la vostra capitale. (Vedi note al volume, pp. 557-558).
3) È noto che, ricevendo a Torino rinviato spedale di Cuza, alla fine di marzo del 1859, Vittorio Emanuele, al quale il poeta Alecsondri ora stato presentato da Lamamiora, disse: Porti al Principe Cuza i mici complimenti più. affettuosi e gli dica da parte mia che tutte le scuole civili e militari del Regno sono aperte ai Romeni, che vi saranno accolti come fratelli (cr. V. Ai.EC3ANr.mi, Calàtorii, Misiuni diplomatica, a cura di Al. Marcu, Craiova, 1931, pp. 238244). Si domanda Angelo Tatnhorra (Cavour e i Balcani, Torino, 1958, p. 288): Vi è, alla lontana, nell'offerta di Vittorio Emanuele, il pensiero che i Romeni, educali in Italia, nelle scuoio militari italiane, possano domani scendere in campo in una prova decisiva contro il comune nemico ? Può darsi. Certo, studenti e ufficiali e cadetti romeni verranno inviati da Cussa In Italia e la collaborazione italo-romena scenderà da quel momento ai problemi concreti, politici, economici e militari tra il Regno di Sardegna e il nuovo Stato che comincili a farsi le ossa sulle rivo del Danubio.