Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <552>
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552 Emilio Costa
al 1858 a seguire le costanti della politica cavouriana, ebbe la possibilità di essere destinatario di dispacci importantissimi, riservati e: confidenziali, per cui egli stesso fu il primo archivista del proprio carteggio politico. Poiché molti docu­menti del 1848 e 1849 racchiudevano motivi di estrema delicatezza sia a proprio riguardo, sia verso amici e colleglli, egli ebbe la prudenza di sigillare in alcune buste *) parte delle sue carte, le quali furono lette soltanto nel 1958. Francesco Cilardini, nomo prudente e devoto all'amico, suggerì alla vedova Edvige Riboli Buffa di custodire quelle carte con somma cura e di affidarne la consulta­tone agli studiosi dopo molti anni. Tali raccomandazioni furono rigorosamente osservate dai figli e dai nipoti del Buffa, i quali non soltanto rispettarono l'archivio, mantenendo intatte le buste sigillate, ma lasciarono anche unita la biblioteca.3) La figlia del Buffa, Bice, che scrisse una interessante memoria sulla sua famiglia,4) compilò anche un elenco di alcune carte e mandò l'originale ai familiari che ne avevano fatto richiesta, di alcune lettere di Luigi Carlo Farmi e raccolse quelle del padre a Bartolomeo Aquarone. Nel 1928, uno studio di Maria Àvetta sl offrì occasione alla famiglia Buffa di entrare in relazione con Alessandro Luzio, al quale lasciò in lettura il manoscritto inedito delle memorie del nonno* *) II Luzio tenne presso di sé quel manoscritto con la speranza di poterne curare una eventuale edizione, ma la velocità di molti impegni ed esi­genze di altri studi Io costrinsero a restituirlo. Tuttavia l'illustre studioso aveva estratto alcuni passi dal manoscritto (e un brano del 1856, relativo al Congresso di Parigi, era stato anche trascritto da Maria Averta)7) e fu informato sull'archivio, perchè l'avvocato Edoardo Buffa, che si era recato a Torino per conferire con lui alcune volte, gliene aveva data notizia. L'archivio continuò,
1) Le diverse postille, da lui segnate in margine ai documenti, confermano Fimprcs-sione ch'egli si preoccupasse dei futuri lettori delle sue carte. Tali postille, infatti, indicano la consapevolezza ch'egli ebbe dell'importanza che tali documenti potevano avere presso i posteri.
2) Si legge su tali buste Documenti del 1849 .
3) Interessante riuscirebbe il catalogo di questa biblioteca, nella quale è viva l'im­pronta della cultura italiana ed europea tra il 1750 e il 1860. Il fondo più consistente ò costituito dalle opere storiche, filosofiche, teologiche e sociologiche. La coscienza di libe­rali cattolici dei Buffa si rivela anche nella scelta delle opere acquistate e risaltano gli interessi per opere artigianscnisticlic ed anti illuministiche. Si nota un costante aggior­namento con la cultura romantica negli aspetti poetici e criticostoriografici, e un vivo interessamento per le letterature straniere, specialmente francese e inglese.
4) Bice Buffa (18531914) ha raccolto notizie biografiche sui suoi antenati, risalendo dal secolo XVII. E un manoscritto importante e prezioso perchè reca notizie inedite su alcuni uomini illustri della sua famiglia, quali il poeta Ignazio Benedetto (1738-1784), l'oratore sacro e scrittore Tommaso (1770-1837), il medico e filantropo Francesco (1777-1829). jj
5) MARIA ÀVETTA, Un capitolo della vita di Felice Orsini (Il primo tentativo di Sarzana: settembre 1853), in Atti detta Reale Accademia delle Scienze di Torino, voi. LXIII (1928), nel quale Bono pubblicate quattro lettere del Buffa al ministro degli Interni riprodotti dagli Atti, riservati del Ministero luterai dell'Archivio di Stato di Torino.
6). Il manoscritto è intitolato Memoria detta mia vita. "È un diario dal novembre 1849 al giugno 1858. È un documento molto utile, specialmente per la politica del centra sinistro.
7) Mi risulta da una lettera di Lucetta Fraozoni Gnmbcrini del 1959.