Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <557>
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Le caria di Domenico Buffa 557
popolari che il Buffa raccolse sotto ù titolo II cantastorie l> gli recarono molta notorietà in Italia e la sua attività giornalistica contribuì ad inserirlo nel mondo politico di Torino e di Genova. Tra l'aprile e l'agosto del 1846 fu a Firenze, dove conobbe il Capponi, il Vieusseux, il Giusti, il Collegno ecc. È curioso il fatto, che in questo archivio, dove sono state conservate cose minime, non ci sia una lettera ai genitori e ai fratelli relativa al soggiorno fiorentino, e pochissimi sono anche altri documenti riguardanti questo periodo: una lettera del Capponi, ima del Vieusseux, una del Buffa al Negroni, un breve scritto intitolato Remi* niscense.
In questa sezione sono anche raccolte quattro lettere del Pellico al marchese Carlo di Villabermosa del 1847, appartenute ad Edvige Riboli Buffa.s)
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I documenti relativi al biennio 1848-1849 sono raccolti nella seconda sezione, la quale, per la ricchezza di contenuto inedito, per la globalità dei pro­blemi italiani presenti in essa è forse la più importante dell'archivio. Si tratta di oltre mille- documenti datati tra l'ottobre del 1847 e il novembre del 1849 dei quali, circa ottocento sono stati da me trascritti e saranno prossimamente pubblicati in tre volumi. Nell'autunno del 1847 usciva a Firenze l'opera del Buffa Delle origini sociali e in quel tempo il giovane studioso ovadese era entrato a far parte del Comitato dell'Ordine formato in Genova da Giorgio Doria nel settembre di quello stesso anno. Sono utilissime alcune lettere del Buffa ai genitori, del novembre 1847, sulla situazione politica genovese (massime sul soggiorno di Carlo Alberto a Genova). Intanto egli concepiva la fondazione di un giornale di impostazione moderatofederalistica e ne formulò il disegno 8J e ne ottenne la realizzazione con il contributo del Mamiani. Il 5 gennaio 1848 usciva infatti a Genova il primo numero specimen de La Lega Italiana, giornale politico, economico, scientifico e letterario, che recava nella testata due motti significativi: L'Italia farà da se di Carlo Alberto, e Dio è con noi di Fio LX. Si conserva un interessante carteggio di alcuni corrispondenti di questo giornale, uno spoglio attento del quale darebbe certamente notizie curiose, comunque utili, allora non pubblicate per evidenti ragioni di prudenza. Scoppiata la rivo­luzione in Milano, il Buffa partì con i volontari genovesi e dalla capitale lombarda ragguagb'ava i genitori e il fratello Ignazio, redattore della Lega, intorno ai fatti di quei giorni. Eletto deputato, si fece presto notare per la franchezza della parola, e per la costanza con la quale seguiva i problemi della politica di quei giorni, specialmente intorno a quello della fusione della Lombardia col Piemonte; fu membro della Commissione per la legge di fusione colla Lombardia. Il 2-1 maggio a lui si rivolgeva 1 Bcrchct, pregandolo di trovar modo che quanto
1) Il cantastorie, poesie popolari di Domenico Buffa* Genova, 1843 s) Sono infatti contenute in una busta, sulla quale si legge Autografi appartenenti a Edvige .
*) Sono interessanti al riguardo alcune lettera del Vieusseux, al quale il Buffa aveva chiesto consigli intorno ai criteri da seguire per l'amministrazione e la direzione del giornale che intendeva fondare. Anche nll'Aqunrone, che faceva porte della redazione àeU*Alba del La Farina, il Buffa si era rivolto parlo stesso motivo. I consigli e i progetti informativi del Vieusseux e dell'Amiurum; coincidono.