Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <558>
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Emilio Costa
più presta sia possibile, qualcheduno de1 membri della Cantera metta fuori una qualche parola amichevole molto po' Lombardi, dicendo come i fratelli Piemontesi veggano con soddisfazione sentita l'andamento delle cose nostre, e vagheggino con piacere il momento in cui Piemontesi e Lombardi faranno un popolo solo, il popolo dell'alta Italia. In parlamento, ai primi di giugno* levò la voce intorno alla vertenza della Lunigiana, che incominciava ad inasprirei. Tale intervento, che gli cattivò la simpatia dei Innigianesi aderenti al Regno di Sardegna, gli procard un fitto carteggio con Giulio Rezasco, con Federico Grossi, con Luigi BattoIIa, con Francesco Zacchia (si conservano circa centocinquanta documenti ad /toc) di estrema importanza per lo studio della questione lunigianese. *) Dai primi di agosto alla metà di ottobre fu commissario straordinario del governo in Ales­sandria, Tortona, Voghera, Stradella, per l'organizzazione della guardia nazio­nale. Le carte relative a questo periodo (e tra esse alcune lettere di Pier Dionigi Pinelli) ci danno la misura delle condizioni psicologicomorali e della situazione politicoeconomica del Piemonte durante i primi mesi dell'armistizio Salasco. Singolare è una lettera di Ferdinando Pio Rosei! ini del 14 agosto, nella quale il futuro diplomatico di Gioberti rivela un colloquio avuto con Carlo Alberto in Alessandria: ... Appena ammesso alla presenza del Re ho comincialo a parlare e ho tirato innanzi senza interruzione per venti minuti almeno: ho delineato con quella maggior forza che ho potuto il quadro detta nostra posizione presente. Ho indicato con franchezza le cause che hanno prodotto i deplorevoli effetti, ma ho soggiunto che non conveniva disperare, e che c'era ancora non poco margine per operare cose belle e grandi... Egli mi ha ascoltato facendo di continuo cenni di appro' vazione, poi ha preso a rispondermi dicendo die dai suoi generali era stato veramente mal secondato, che tre ne aveva già destituiti, e che altri cambiamenti ancora sareb­bero fatti, che in quanto alla somministrazione dei viveri egli era stato ingannato e tradito... Il Re ha proseguito dicendo essere sua ferma intenzione di porsi pron* tornente in grado di riprendere con vantaggio le ostilità, per poi giungere ad una pace onorata; che se egli non avesse la speranza di ristorar presto la fortuna delle nostre armi, già a quest'ora avrebbe abdicato; raccomandarsi egli a tutti gl'italiani, die si mantengano uniti, che corrano concordemente alle armi... poi è entrato ad un tratto a parlare degli ultimi fatti di Milano, dei quali mi ha raccontato alcune cir­costanze che ignoravo intieramente e che aggravano i torti dei milanesi. Poi mi ha descrìtto con parole vivissime l'umiliazione profonda che gli era riservata a Vige­vano, dove si è trovato dintorno un esercito che rifiutava affatto di combattere. E qui il suo discorso è diventato cosi sentimentale, che mi Ita preso una compassione grande di quel Re assai più disgraziato che colpevole. Mi pareva di aver davanti uno spettro, in verità l'energia e il vigore non ci possono venire da quell'uomo affranto e logoro....
Riaperto il parlamento, Domenico Buffa iniziò una lotta massiccia con Rattazzi e Gioberti contro la politica pinelliana, ed è interessante la dichiara­zione dei deputati dell'opposizione ch'egli formulò, e, sottoscritta da una cin­quantina e più di deputati, uscì nella Concordia del 26 novembre. Membro di diverse commissioni e in ultimo anche di quella istituita per ricevere le coma*
') Importantissimi sono alcuni documenti originali e in copia allegati alle lettere dei corrispondenti, relativi alle vessazioni degli agenti toscani nei paesi ohe avevano votato in favore della protezione sorda.