Rassegna storica del Risorgimento
BUFFA DOMENICO CARTE
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1964
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560
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Emilio Costa
già sono a Rimini. Pensi sig. Ministro qual impressione in tutta Italia, se il nemico calasse da queste parti e solo si Tendesse padrone di questo punto strategico. Possiamo noi contare sopra le truppe toscane, che abbiamo sempre veduto fuggire quando sapevano a chi obbedire e avevano un certo entusiasmo per V indi penitenza, e un po' di disciplina? Ora è inutile farci illusioni: la Toscana non ha più vestiggio dì militare. Io mi raccomando dunque caldamente affinchè metta da banda le censi' derazioni politiche sotto l'aspetto puramente strategico e si possa quanto prima occupare Pontremoli, Fosdinovo e Fivizzano. Meglio ancora poi se nel tempo stesso si potesse occupare Massa e Carrara. A forza di riguardi noi roviniamo la causa dell'indipendenza.
Una serie di lettere del console generale sardo in Livorno, del Rezasco, del Montanelli, del Tenca riguardano i rapporti tra il Piemonte e la Toscana. H carteggio RattazziBuffa (e fu una vera fortuna che il Buffa abbia ripreso le proprie lettere al Rattazzi) dal 20 febbraio al 18 marzo sarà indispensabile a chi voglia studiare l'azione politica dello statista alessandrino durante il mese nel quale fa ministro dell'interno. Anche numerose lettere di personalità minori, quali il Ranco, il Battaglione, il Nocchi ecc. recano la presenza di un momento critico, motivato da inquietudini e da incertezze. Nel complesso, in tutto il carteggio di Questo periodo, si nota nei ministri, nei deputati, nei milityij nei confidenti, ecc. una coralità di intenzioni belle e magnanime, ma tuttavia offuscate dalla convinzione, più o meno palese, che gli uomini che erano al potere non fossero dotati di statura sufficiente per dominare la situazione, e che lo spirito rivoluzionario divampato nell'Italia centrale, le inquietudini di Genova* il malcontento in Savoia, la propaganda codina e il municipalismo diffusosi nell'esercito, le aporie delle diplomazie, condizionassero la riuscita della guerra. Dopo Novara, fino al proclama di Moncalieri, si leggono ancora documenti importanti: le lettere di Carlo Cadorna a Rattazzi dal quartier generale di Novara alcune lettere del Riccardi e del Ranco sulla nuova politica ministeriale nei primi mesi del regno di Vittorio Emanuele II.
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La terza sezione dell'archivio raccoglie i documenti datati tra la fine del 1849 e quella del 1852. Le lettere di Michelangelo Castelli e di Urbano Rattazzi racchiudono in questo periodo un'importanza fondamentale.
Dalla formazione del centro-sinistro alla realizzazione del connubio -il Buffa fu impegnato in una. massiccia attività parlamentare, iu una serie di interventi, che non è qui possibile riferire. Fioriva intanto la sua amicizia con Michelangelo Castelli: il confidente di Cavour gli fu sempre prodigo di consigli. Nelle dueccutocinquanta lettere del Castelli al Buffa, tra il 1851 e il 1858, sono contenuti momenti di interpretazione della realtà politica di alto valore; queste lettere bastano a darci la misura di un'amicizia profonda. Si colgono in esse particolari preziosi dell'attività del Cavour, osservazioni puntuali sulla dinamica della politica italiana ed europea in quegli anni. In una lunga lettera da Parigi del 30 maggio 1851 il Castelli scrivo:
I francesi infondo non pensano a noi, ed in fatto di politica italiana sono orbi, hanno d'altronde abbastanza da fare in casa loro; facciamo altrettanto dal canto nostro. So bene che la diplomazia è dall'attuale governo francese abbandonata, massime in Italia, al partito cattolico legittimista, e ciò per l'influenza che questo-