Rassegna storica del Risorgimento
BUFFA DOMENICO CARTE
anno
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1964
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pagina
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567
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LIBRI E PERIODICI
T MUF.uTo MARCELLI, Saggi economico-sociali sulla storia di Bologna dal secolo XVI al XVIII-, Bologna, R. Patron, 1962, in-8, pp. 323. L. 3.500.
Sono riuniti in questo volume quattro saggi di storia economica, frutto di ricerche òhe da tempo il M. va perseguendo e delle quali gualche risultato ha già anticipato in altri snoi lavori. H primo di essi (e anche il più esteso e importante) è dedicato all'Arte dei gargiolari , alla corporazione di coloro, che lavoravano la canapa grezza, traendone con una speciale tecnica il prodotto piti fine, cioè appunto il gargiolo . Quella della canapa era nel Bolognese una coltivazione diffusissima, protetta da una legislazione severa, che proibiva con la morte e la confisca dei beni l'esportare le sementi, o l'andare a seminare e a lavorare la canapa fuori della giurisdizione dì Bologna. Con pari durezza sì proibiva l'esportazione della canapa grezza, per non danneggiare chi la lavorava, cercandosi anche di ostacolarne la lavorazione negli altri centri della giurisdizione, mentre si pretendeva che la massima parte del prodotto grezzo affluisse in città e fosse lavorata dai gargiolari bolognesi.
Il M. studia attraverso il lungo periodo di tre secoli da una parte le vicende di questa lotta dei gargiolari di Bologna per imporre alla campagna di non esportare la canapa grezza e di riservarla il più possibile alla loro lavorazione e dall'altra le difficili trattative con i Veneziani, i migliori acquirenti della canapa bolognese, che impiegavano a far vele e cordami perle loro navi, i anali ponevano ostacoli all'importazione (e anche al transito) della canapa lavorata, mentre preferivano acquistarla grezza a minor prezzo. Quanto ai Veneziani neppure la via delle trattative dirette, con l'appoggio del papa stesso e l'aiuto del nunzio a Venezia, potè procurare un'attenuazione almeno del blocco della canapa lavorata, divenuto dopo il 1636 più rigoroso. Cosicché l'ordinanza pontificia, che proibiva l'esportazione della canapa grezza finì per essere mollo spesso violata 'attenuava anche Poltra pretesa di riservare a Bologna la massima parte del prodotto grezzo, per proteggere la lavorazione cittadina. Giustamente il M. vede in questo secondo aspetto della storia della lavorazione della canapa bolognese un momento significativo dell'atteggiamento di predominio della città di fronte al contado, considerato quasi una colonia da sfruttare. Il pretesto invocato in questo caso dalla città è quello di sovvenire alla disoccupazione cittadina, proteggendo un'arte, che altrimenti sarebbe ondata rapidamente in miseria. Il M. illustra i vari momenti di questa lotta dei gargiolari di Bologna contro i colleghi delle minori, città e dei castelli , attraverso le ripetute suppliche dell'arte e i provvedi-menti, qualche volta contradditori, delle autorità pontificie, e i riflessi della disputa sui rapporti fra il reggimento cittadino e il legato e anche sul conflitto sociale apertosi all'interno della città, poiché' i nobili cittadini proprietari terrieri, alleandosi con i contadini, vorranno difendere il diritto dì vendere liberamente il prodotto delle loro terre. D'altra parte, ed è un altro ponto toccato dal M., anche all'interno della lavorazione del gargiolo vi è un contrasto di interessi tra l'organizzazione dei maestri, che lavoravano in bottega propria, utilizzando garzoni e operai, o facevano lavorare a domicilio, e che costituivano appunto l'Arte dei gargiolari :e": i poveri operai della compagnia dei gargiolari, cioè i lavoratori dipendenti, che ri univano anch'essi in una organizzazione propria, che doveva difenderli dì fronte ai maestri di bottega, insieme ai quali, però, lottavano in pieno accordo contro. I campagnoli e lu nobiltà terriera e contro coloro che lavoravano la canapa con sistemi più rozzi e sbrigativi.
Nella seconda metà del Seicento, a complicare la situazione interviene una crisi della lavorazione della canapa, che il M. mette in relazione con il movimento dì esodo dalla città alla campagna, coricano molto botteghe sì chiusero e si accrebbe la disoccupazione dei lavoranti gargiolari. Il rimedia che si proponeva dall'Arto era, come al solito,