Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <571>
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Libri- periodici 571
L'indagine sull'economia degli Stati parmensi* nel periodo preunitario, è infine completata dal lungo e ben documentato articolo di Aldo De Maddalena, intito­lato Considerazioni siili'attività industriale e commerciale negli Stati parmensi dal 1796 al 1814.
L'orticolo di Vito Tirelli su Alcuni aspetti della politica estera del Ducato di Parma nulla crisi del 1856 è un notevole apporto documentario, basato in prevalenza sul carteggio Pallavicino-Noruianby, alla comprensione e alla valutazione della crisi del 1856.
A vicenda si completano, dando un quadro dell'attività culturale e politica del du­cato dal secondo Settecento all'unità, i saggi di Giuseppe- Salvatore Manfredi su Parma e Piacenza nella formazione del nuovo Stato italiano, e di Giuseppe Berti su Indirizzi di pensiero ìn: politici risorgimentali nei ducati emiliani, di Giovanni Forlini su Ifistrusione pubblica in Piacenza, di Corrado SforzaFogliani su Giovanni Bianchi (1825-1900) gior­nalista del -Risorgimento - Lineamenti per una storia del giornalismo a Piacenza, di Giulio Dosi su La guardia nazionale piacentina, di Serafino Maggi su La provincia piacentina netta cronaca risorgimentale del 1859-60 e di Marcello Turchi sulla Vita risorgimentale e poetica di Jacopo Sanvitale.
A porte va considerato il saggio di Giovanni Forlini su L'istruzione pubblico) in Pia­cènza, che costituisce un buon contributo a quel bilancio-dell'istruzione pubblica degli Stati italiani prima dell'unità, di cui si sente viva la necessità, per poter lare il punto sulla situazione culturale italiana antecedente l'unità, e che, purtroppo, è- ben lontano 'dall'essere compiuto in maniero adeguato.
Nel secondo volume abbiamo la riedizione del lungo studio di Teodosio Marchi su Le annessioni della Lombardia e degli Stati dell'Italia centrale, già pubblicato nel 1924. Lo studio del Marchi si muove nell'ambito di una problematica giuridica, e porta un con­tributo alla questione dibattuta tra storici e giuristi se il Regno d'Italia, sorto nel 1861, sia da considerarsi come una semplice modificazione del Regno di Sardegna o se, dalla riunione di tutti gli antichi Stati, sia sorto un nuovo Stato. Questione già posto agli inizi del nostro secolo dall'Anzilotti e da Santi Romano. Le conclusioni del Marchi sono inter­medie: egli pensa che le annessioni lombarde e del centroItalia facendo scomparire, per atri di cosciente loro volontà, le antiche autonomie dei diversi Stati, valsero ad imprimere sempre più al Regno di Sardegna, che ne usciva ingrandito, quel carattere nazionale, ed italiano ch'esso aveva sempre strenuamente propugnato e difeso .
Al saggio del Marchi si coordina quello di Emilio Nasalli Rocca su L'evoluzione giu­ridica delle annessioni dei ducati emiliani nel 185960.
Segue il saggio di Giuseppe Ferragli o su I dicasteri parmensi dell'anno 1859 che ci fa conoscere la struttura amministrativo del governo provvisorio parmense, dopo la ca­duta dèi Borboni e prima delle annessioni.
Chiudono la serie i saggi di Ugo Gualazzini su 11 legittimismo di Luisa Maria di Borbone e le questioni giuridiche ad esso relative, di Giuseppe Guornerius, L'amministra­zione detta giustizia penale a Parma al tempo di Maria Luigia, di Corrado Pecorella su Lo stato d'assedio a Parma nel decennio risorgimentale.
In complesso si trotta di un serio contributo allo conoscenza delle questioni inerenti al Ducato di Parma e Piacenza olla vigilia dell'unificazione nazionale ed una indagine docu­mentata dell'apporto parmense e piacentino al compimento dell'unità.
S. MASSIMO GANÌST
TITO MASEMI, Studi sui proclami detta Repubblica partenopea; Bari; Arti grof. Savarcsc, 1962, in 8", pp. 128, con taw. L. 1.500.
Il M. ha raccolto in questa pubblicazione quindici proclami (egli usa questo voca­bolo in senso lato) non conosci u ti1 fin q ui,, o dei quali si aveva solo notizia indiretta e im­precisa. Il M. è giunto a questa conclusione dopo aver esaminato i fondi archivistici na­poletani, le raccolte a stampa coeve e successivo (tra lo quali principalmente quella edita da Aniello Nobile nel 1799 in duo tomi e quella curata da Carlo Colletta nel 1863), la stampa