Rassegna storica del Risorgimento
BUFFA DOMENICO CARTE
anno
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1964
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pagina
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574
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74.
Libri a periodici
del nuovo Parlamento costituzionale non sei rappresentanti e tutti d'origine .borghese e d'idee democratiche, tra i quali ricordiamo l'economista Salvatore Scudcri, il giurista e futuro cancelliere della Camera dei Pari Vincenzo Gagliani ed Emmanucle Rossi, reduco dalla campagna d'Egitto e capo dell'ala estrema della democrazia, sovente in contrasto con l'altro leader, V. Gagliani.
L'ingresso di questi uomini e di queste nuove idee sulla scena polìtica siciliana, dal 1813 in poi, non poteva non provocare un profondo rivolgimento e dei gravi disturbi, in un sistema politico così poco previdentemente iniziato, per cui il solo rimedio possibile consisteva in una opportuna emenda della Costituzione, secondo le richieste politiche di queste nuove forze che per la prima volta potevano far sentire la loro voce? emenda, però, categoricamente rifiutata dal partito costituzionale, protetto dalle ormi britanniche. Il Renda (p. 297) giustamente riconosce che l'alleanza dei costituzionali con i democratici -doveva considerarsi fondamentale e decisiva ai fini di una giusta elaborazione della linea strategica della rivoluzione siciliana , ma una tale collaborazione doveva rivelarsi storicamente impossibile sia per quella pregiudiziale antidemocratica presente nello file del partito costituzionale, eccezion fatta per R. Settimo, C Airoldi ed in certo senso anche per il Castelnuovo, e sia. per la poca chiarezza che, in definitiva, caratterizzava l'azione politica della democrazia. Una tale situazione non poteva se non far precipitare nel caos e non condurre se non al fallimento quel primo infelice esperimento costituzionale siciliano. La Camera elettiva dei Comuni, sufficientemente controllata dai democratici, si--rifiutava di collaborare col governo costituzionale di Castelnuovo; la Camera dei Pari manifestava ogni giorno di più. la sua insofferenza per un regime che i baroni avevano voluto senza rendersi conto che esso era basato su dei principi liberali, ritenuti invece pericolosi per il potere dell'aristocrazia; il partito costituzionale, infine, appariva sempre meno adatto al compito, di per sé arduo, di dover sostenere l'impalcatura del nuovo regime costituzionale rimanendo in un impossibile stato d'isolamento.
Per tentare d'uscire da una tale diffìcile situazione, il Beutinck indusse il Principe Vicario a sciogliere la Camera elettiva, nel tentativo di trovare nelle nuove elezioni una maggioranza favorevole alla Costituzione. A tal scopo, il Ministero costituzionale, tornato al potere, riuscì ad allestire una vasta organizzazione elettorale in favore dei propri candidati, calorosamente appoggiati anche dal Beutinck in un suo giro per i centri maggiori dell'Isola. La meta fu raggiunta anche a prezzo di illegalità e di brogli che costarono la vita alla Camera dei Comuni uscita da elezioni così poco regolari. Tuttavia, e lecito chiedersi se, alla fine del 1813, il Bentinck nutrisse ancora speranze per l'avvenire costituzionale della. Sicilia, se nel corso del suo viaggio per i distretti dell'Isola, a sostegno dei candidati costituzionali, da Catania il 3 dicembre, poteva scrivere al Principe Vicario la celebre lettera del sogno d'annessione della. Sicilia. all'Inghilterra. Su queta lettera ai è tanto discusso, ma per quanto ci interessa in questa sede, vorremmo rilevare la conr vinzionc del Ministro inglese, sorta da una sua più approfondita conoscenza della situazione siciliana, che le gonvemement de la Siede sans l'appai d'une force indipèndente sera presane impossible. La Nation ne pcut pàs. etrje confale à elle mòne (oit. da A. CAPOGBASSI, G inglesi in Sicilia, Bari, 1949, p. 1S7. ofr. Renda,, p. 437)..
La terza ed ultima Camera dei Comuni, uscita dalle elezióni del 1814 e riunitasi per hi prima volta nell'ottobre dello stesso anno, risultò per composizione e per sentimenti: del tutto simile alla prima. Se ne differenziava solo per l'assenza totale dei costituzionali i quali, sia per l'amarezza causata loro dall'assistcrc impotenti allo sfacelo del regimo ad essi tanto coro, sia per protesta contro lo scioglimento della Camera dei Comuni accusata da ogni parte di essere nota in un clima di illegalità e di violenze, preferirono allontanarsi dalla vita polìtica attiva.
Il regime costituzionale siciliano attraversò, in quegli ultimi mesi di vita, la sua crisi più paradossale. Con hi dissoluzione del partito costituzionale, accelerata anche dal mutato atteggiamento inglese, nei confronti della Sicilia, In Camera dei Comuni o quella dei Pari, espressione l'unu della borghesia e l'altra della nobiltà conservatrice, si fronteggiarono in un drammatico ducilo conclusosi senza vinti nò vincitori, anzi con la sconfitta