Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <575>
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Libri e periódioi
dì entrambe. Difetti, ad un certo ponto questo conflitto assunse toni tanto aspri da far temere il peggio, una guerra civile, BC il Caslelnnovo si vedeva costretto ad affacciarsi di nuovo alla vita politica, confortando con la sua presenza la richiesta della Cantera dei Pari dello scioglimento di una Camera elettiva tanto animosa ed irriducil)ile. Cosi, la fine di questa terza legislatura concluse l'esperienza costituzionale siciliana del 1812-15. La commissione nominata dal re per la riforma della Costituzione non iniziò nemmeno i suoi lavori ed i decreti del 1816, che annullavano la tradizionale indipendenza del Regno di. Sicilia, posero fine a tutte le lotte e a tutte le speranze che per un goinquennio avevano riempito la vita politica siciliana.
Tuttavia, la Costituzione del 1812 lasciò un solco profondo nella storia siciliana. Anche se, come sostiene il Renda, dal suo fallimento usci dimostrato che in Sicilia non esisteva una classe politica dirigente capace di assicurare una stabile e duratura forma di governo nò in senso liberale ne in senso reazionario (p. 546), di quell'esperimento costituzionale rimase ciò che era maturo e già apparecchiato ad essere accolto dal grado di sviluppo delle stratture economiche e civili isolane , come l'abolizione della feudalità, la riforma delle amministrazioni locali, la fine del prepotere politico dei baroni, e soprattutto, la necessità per i Siciliani di stabilire collegamenti più. regolari ed organici con il continente italiano e col movimento patriottico nazionale, inserendosi progressivamente nel dibattito ideale e politico del Risorgimento (p. 547). Ed in ciò concordiamo. ENZO SCIACCA
VINCENZO MEELXNI PONCE DE LEON, Napoleone I all'Isola d'Elba. Nuova edizione de L'Isola d'Elba durante il governo di Napoleone I , riveduta e corretta da Alberto Mcllini Ponce de Leon, con note bibliografiche rivedute e ampliate da CLEMENTINA ROTONDI; Firenze, L. S. Qlscbki, 1962, in 8, pp. 298, con taw. S. p.
Come è specificato nel sottotitolo si tratta di una ristampa (con l'eleganza tipogra­fica che è propria delle edizioni Olschaki) dell'opera del Mcllini, pubblicata postuma nel 1914 dal figlio Giacomo, con una prefazione di Pietro Vigo. L'autore, vissuto nel culto delle memorie napoleoniche (per esser figlio di un ufficiale, che aveva combattuto nel­l'esercito francese dalla campagna d'Italia all'impresa dei cento giorni, e nipote per parte della madre di un ufficiale d'ordinanza dell'imperatore, durante il suo soggiorno nell'isola) fa del governo cibano di Napoleone una rievocazione commossa. Ma se indulge anche nei minimi particolari di questa rievocazione, pure riesce a darci una ricostruzione accurata dell'opera del sovrano per il riordinamento amministrativo, economico e finanziario del governo e per il progresso dell'isola, come pure delle condizioni morali e politiche della popolazione cibano, passata rapidamente dall'insorgenza antifrancese, sul finire del Regno italico, ad una accoglienza benevola e festosa dell'imperatore spodestato, quando cre­dette di vedere nel suo arrivo una garanzia di pace generale e di prosperità.
Per questa ricostruzione, che si distingue dagli altri studi su Napoleone all'Elba, nei quali si trascurano generalmente gli aspetti, diciamo così, di politica interna, per in­sistere di piò sul carattere di breve sosta del soggiorno nell'isola, per raccogliere le forze ad un nuovo volo, il Molimi si e servito oltre che di ogni fonte edita reperibile e della sua larghissima informazione erudita su ogni aspetto della storia della sua isola (egli aveva concepito il presente lavoro come un capitolo delle Memorie storiche dell'Isola d'Elba delle quali fa pubblicato vivente l'autore un altro capitolo su I Francesi all'Elba ) so­prattutto dell'Archivio comunale di Portoferraio e degli altri archivi dei comuni emani e anche delle testimonianze dirette degli ultimi testimoni oculari.
La tesi del Melimi non si distacca dall'interpretazione consueta che vede tutta l'atti­vità di Napoleone nell'isola in funziono dot ritorno in Francia. Ma se egli presenta questa attività come preparazione o anche come maschoramento della preparazione alla ripresa della guerra, la sua attenzione è rivolta essenzialmente alla storia interna dell'isola e allo trasformazioni intradottevi da Napoleone e, sotto questo rapporto, l'opera offre ancora .utili elementi, nonostante sia trascorso un mezzo secolo dalla sua prima edizione. I
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