Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <577>
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Libri e periodici
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oro, con 22-23 battaglioni, nel Quadrilatero. Le operazioni militari del Nugent, sulle cui vicende non vi è tra i nostri storici sempre piena concordia *) ebbero principio, secondo la documentazione del Filipuzzi, il 18 aprile, e non prima. Il 20 è già in possesso di No-garedo e di Visco; il 23, occupate Udine e Cividale, si dirige su Codroipo, ovunque barba* rumente incendiando, scannando, anche impiccando, tormentando vecchi, donne e bam­bini: il 1 maggio attraversa il 'ragliamento quasi indisturbato, poiché a poco purtroppo è valsa, per la scarsità del numero, l'eroica resistenza dei crociati agordini con i volontari veneti e lombardi* mentre sarebbe stata sufficiente una brigata al massimo o una colonna mobile (come giustamente osservò il Pieri riferendosi ad un appunto già fatto dal Cattaneo; a suo tempo) disposta da Carlo Alberto, che se ne stava inoperoso sulla destra del Mincio (e fu codesto un errore, errore e non colpa, indubbiamente riprovevole) per arrestare l'avanzata austriaca che si andava facendo di di in dì più irruente, da Pordenone a Porto-gru aro a Motta a Lignago a Caorlc a La tisana. Il S maggio il generale ha varcato il Piave e assedia Belluno e Feltro e altri siti del Bellunese, poiché le forze pontificie sono incom­poste e insufficienti a fronteggiarlo. vorrebbe impadronirsi di Treviso, ma, stanco e malato, deve a malincuore cedere il comando al maggior generale Annibale Federico Thurn che, bruciando le tappe, prima della fine del mese si cougiungerà a Verona con l'ansioso Radetzky. Frattanto l'Hartig, che aveva avuto qualche dissidio con il Nugcnt sulla sorte dei prigionieri civili (ma altri, assai più gravi, ne avrà presto con il vecchio maresciallo) il 19 aprile emanava da Trieste un proclama in 25 esemplari (il testo è con­servato tuttora nella biblioteca comunale di Udine) con il quale invitava gli Italiani del LombardoVeneto a non lasciarsi illudere e sedurre da uno spirito di agitazione che sarebbe indegno di tutto il loro passato e di aver fiducia nel nuovo ordine di cose introdotto nella monarchia (era evidentemente l'allusione alla nuova costituzione viennese in preparazione) che assicurerà loro il diritto di godere ampiamente i vantaggi politici nazionali intellettuali ai quali hanno aspirato . Pochi giorni innanzi aveva ri­volto in tutta confidenza, spinto dall'affezione rimasta in lui inalterata per il bel paese e per i suoi abitanti una calda preghiera al conte Casati onde umanamente si adoperasse per la risoluzione con il Radetzky della vessata questione dello scambio degli ostaggi (egli certamente ignorava che un tal passo era di già stato fatto a Verona, ma con risul­tato assolutamente negativo, tramite il conte Alessandro Hubner, allora prigioniero del governo provvisorio della Lombardia) e nel contempo gli esponeva il secondo movente della sua missione, di accontentare cioè i giusti voti di tutti gli Italiani ad aver garantita la propria nazionalità e quella forma costituzionale di governo che era per essi la più pro­pria . Non credo sia da molti conosciuta la risposta del Casati, dettata da risoluta fran­chezza. Ricorderò soltanto, per amor di brevità poiché mi sospinge la lunga via, che, tra l'altro, in essa si afferma che dagli Italiani non ai sa comprendere garanzia di nazionalità fuorché quella dell'indipendenza piena e intera e non si sa comprendere l'indipendenza quando si sia costretti a subire la permanenza di armate straniere disonorate da fatti vandalici e ricevere ordini da quel potere e da quelle persone che per trentatre anni con­tinui la conculcarono.
Non è possibile seguire l'Hartig nei suoi molteplici tentativi di pacificazione con circolari, con manifesti, con volantini, con piani di organizzazione amministrativa fa­cendo appello direttamente persino ai contadini delle campagne venete e lombarde, ove, in alcuni luoghi, gli stessi preti li incitavano all'odio contro l'Austria (fedelissime all'Im-
0 Per una visione più sicura e organica degli avvenimenti di questo primo periodo Ielle ostilità austro-aardc sono da consultarsi: la voluminosa opera, ampiamente docu­mentata dello Spcllanzmi, Storia dal Risorgimento e ifoW Unità d'Italia (parte IH e IV, del 1936), i lavori definitivi del Pieri1 e, particolarmente. La guerra regia nella pianura padana, saggio ricco di pagine informative di Guida Porzio, uscito sulla Nuova Rimata storica dal 1952 al 1955.