Rassegna storica del Risorgimento
BUFFA DOMENICO CARTE
anno
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1964
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pagina
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581
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Libri e periodici 581
provazione del BUO operato del Consìglio dei ministri viennese e io minaccia il 19 maggio del suo rientro in patria con la sostituzione di un altro plenipotenziario fecero far macchina indietro inducendolo a più ragionevoli pretese. Non è il caso che io mi diffonda sui particolari della contesa e degli accordi alla fine convenuti, poiché dell'argomento ho di già ampiamente discorso su questa rivista nei 1955 recensendo la ricostruzione minuta e seriamente controllata della pace di Milano pubblicata sin da allora nelle edizioni dell'Ateneo di Roma dallo stesso Filipuzzi. Ma mi piace ancor meglio chiarire (ciò che non feci allora) che se si giunse al pieno accordo dopo tanto travaglio su tutti i punti del progetto presentato dal governo piemontese non si deve, checché si dica, solo all'intervento delle altre potenze, ma, per una gran parte, al sono equilibrio e alla solida energia di Vittorio Emanuele e del suo degno ministro D'Azeglio, all'azione intrepida e intelligente del Montecuccoli, capo della prima divisione presso il governatorato generale della Lombardia, e del diplomatico piemontese Carlo Pralormo e anche all'interessamento dello stesso Radetzky (che aveva, e ne abbiam già su fatto un cenno, una viva simpatia per il nostro Re), il quale più volte si interpose per richiamare il vulcanico Bruck a più calme e pensate riflessioni. Ma terminando mi preme ancora informare che il secondo volume in ispccie della raccolta del Filipuzzi gioverà certamente ai nostri studiosi per acquistare una maggiore chiarezza dei vari problemi, meritevoli tuttora di essere approfondili. che hanno impegnato la politica viennese in Italia soprattutto nel periodo del ministero diretto dal conservatore Schwarzenberg: problemi non solo sociali economici amministrativi, ma pur di ordine militare, sicché sarà dato di meglio conoscere di volta in volta i Veri motivi che hanno consigliato all'Austria, ad esempio, l'occupazione della Toscana e delle legazioni e quale fosse precisamente la dislocazione delle forze austriache in Italia e la loro efficienza.
MARINO CIRAVEGNA
Storia del Parlamento italiano, diretta da Niccolò Rodolico: voi. I, Le assemblee elettive del '48, a cura di GIUSEPPE SARDO; voi. XVII, L'inchiesta Jacini, a cura di DOMENICO NOVACCO; Palermo, Flaccovio, 1963, in 8, pp. XXVJII-488, pp. XV-433. S.p.
Con queste prime pubblicazioni si inaugura un'opera, il cui piano prevede non meno di venti volumi. Due saranno dedicati alle assemblee preunitarie, nove al Parlamento del Regno, quattro alle assemblee seguenti alla caduta del fascismo, e altri ancora saranno riservati alle inchieste. Il criterio adottato è quello di fornire un'ampia narrazione dei lavori parlamentari, col corredo talora di riferimenti alla letteratura sull'argomento, e di aggiungere in appendice qualche singolo documento nel suo testo integrale. È anche previsto un volume conclusivo contenente gli indici analitici dell'intera serie.
L'impianto dunque è alquanto più ampio di quello che aveva sorretto altre storie parlamentari , da quella sempre molto utile e viva di Arbib, riguardante il primo mezzo secolo dopo lo Statuto, a quella più aggiornata, ma di cai sono noti i limiti, di Cilibrizzi. Niccolò Rodolico, che presiede a quest'opera, nell'affidarla ai suoi collaboratori e al pubblico ribadisce nella prefazione il significato saliente che ha per le vicende del nostro Risorgimento la storia degli istituti parlamentari: e non si può mancar di convenire su tale punto e sulla conscguente necessitò di aumentare studi e pubblicazioni al riguardo. Occorre anche osservare, peraltro, che soluzioni editoriali di questo genere, consistenti nella rievocazione e riassunto di atti che Bono, nella loro interezza, agevolmente a disposizione di ognuno, non risolvono allatto corti problemi sostanziali che ?i pongono per un progresso nella comprendone della funzione storica degli istituti parlamentari nella moderna Italia.
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