Rassegna storica del Risorgimento
BUFFA DOMENICO CARTE
anno
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1964
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pagina
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585
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Libri e periodici
transigenti , ecc., che l'autore di questo libro usa spesso come sinonimi. Cosi per Pinzani sono indici di simpatìa per i clericali: lo scegliere come conferenziere un Falorsi, l'elogiare la Rassegna Nazionale, l'esaltare i vescovi, e cosi via, mentre tali atteggiamenti sono caratteristici proprio dei più accaniti oppositori e avversari dei giornali intransigenti e dei comitati cattolici, dell'astensionismo e del clcricalisno; si manifestano cioè proprio fra quei transigenti conservatori, legatissimi ai moderati, dei quali generalmente condividono le posizioni politicosociali.
Pei esemplificare citerò altri documenti inediti, che valgono a dimostrare come quegli stessi moderati e conservatori, che consigliavano persecuzioni contro i giornali e i comitati clericali, fossero in pari tempo decisamente contrari a dei provvedimenti governativi contro ì vescovi. I moderati infatti, come i loro amici cattolici transigenti e conservatori, erano inclini ad esaltare l'autorità episcopale proprio al fine di mortificare le organizzazioni dei laici clericali, papali e astensionisti; e perciò erano generalmente avversi alla tendenza giacobina di Crispi ed ora di Kudinì e Zanardclli al ritiro di exequatur già concessi a dei vescovi. L'opposizione di Visconti Venosta e di altri moderati al ritiro déìTexequatur all'arcivescovo di Milano non può essere perciò invocata, come hanno fatto molti storici, per dimostrare le simpatie dei moderati stessi per il clericalismo, in quanto essa in realtà ha un significato diverso ed opposto. Così l'influenza che i conservatori esercitano sul generale Bava Bcccaris è certo diretta contro i più, intransigenti comitati dell'Opera e contro VOssarvatore di Albertario, ma si esercita contemporaneamente a favore dei vescovi e dello stesso arcivéscovo di Milano. Perciò il Bava, invitato dal di Budini a far sentire la mano di fèrro , agisce contro il quotidiano intransigente (ottenendo, oltre al plauso dei moderati, l'approvazione del Presidente del Consiglio con telegramma del 10 maggio), ma esita, anche per consiglio dei conservatori, a proporre o a consentire un'azione governativa contro il cardinal Ferrari. Avverto telegrafava di Rndini che, se contegno arcivescovo Ferrari fosse stato e fosse censurabile, governo può ritirare exequatur ; ma. il generale rispondeva, 1*11 maggio: Forse sarebbe opportuno togliere exequatur, ma consiglio aspettare l'effetto che avrà prodotto anche sul clero buono la pubblicazione della mia lettera . E il 19 maggio il Bevel avrebbe scritto a Bo-nomclli: Questa mattina Bava ha voluto parlarmi. Budini insiste per togliere l'exeguofur, Bava non vorrebbe, ed io gli dissi essere del parere suo. Togliere Vexequatur ha un'apparenza di persecuzione religiosa, che fa sempre cattivo senso; d'altronde si porrebbe la diocesi nello mani di mons. Mantegazza, non inferiore per fiacchezza e paura del Vaticano al venerando fuggiasco .
Ho voluto insistere nella critica ad alcune discutibili affermazioni, definizioni ed interpretazioni relative al quadro generale della situazione politica italiana perchè proprio da esse derivano, a mio parere, gli aspetti negativi di questo libro, che invece risulta utile, importante, pregevole, dove si fonda sopra una onererà ricerca sul piano regionale. Su questo terreno inlatti il Pinzani conferma, documenta e sviluppa le conclusioni alle quali era già pervenuta la storiografìa locale, che proprio in Toscana ha negli ultimi decenni raggiunto un alto livello scientifico, e, ricercando nell'economia e nella vita sociale della regione le radici degli atteggiamenti politici dei Toscani, aggiunge molte giuste osserva-zioni, ben documentandole, e consegue dei risultati validi e persuasivi.
Si è già riconosciuto il legame di gran parte dei conservatori toscani, dei sonniniani, della Destra e del Centro, con Crispi e con Pelloux, legame che spiega, seppur non giustifica, la strana terminologia usata dal Pinzani. Analogamente si può dire che la particolare situazione toscana poteva rendere meno acuto il contrasto fra i moderati e le correnti del cattolicesimo più intransigente, più sociale, e più democratico: infatti, come bene ha documentato ti Gambasiu, tardivo e limitato è stato in Toscana lo sviluppo dell'intransigente Opera dei Congressi, e ben pochi furono, anche alla fine del secolo, i nuclei Cattolici toscani decisamente novatori in campo sociale o politico. 11 Pinzani aggiungo nuovi dati a conferma di ciò. Si può quindi ammettere una minore animosità da parte dei moderati verso le organizzazioni clericali, clic non potevano certo apparire molto pericoloso per la loro stessa esiguità numerica; ma riesce difficile negare del tutto l'ostilità dei moderati
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