Rassegna storica del Risorgimento

BUFFA DOMENICO CARTE
anno <1964>   pagina <608>
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Vita dell'Istituto
TI Bernardi ohe comandava il drappello, fu l'ultimo a fuggire e quando ormai scoi* brava in salvo, fu raggiunto da un milite delle truppe papaline e prego per la giacca. Impugnata la pistola, il Bernardi colpi Bolo di striscio il soldato che a sua volta lo uccise. Nel cadere, Giuseppe Bernardi mormorò: Muoio per l'Italia .
L'oratore, al termine, ha (atto anche una cronaca delle 'celebrazioni che nel 1890 furono fatte a Siena nella cappella di villa S. Giovanni, fuori porta Ovile, ove il giovane garibaldino senese e seppellito .
é.
l DINE. - Ad iniziativa del nostro Comitato sono stati celebrali, il 18 ottobre, j Martiri friulani nel centenario del loro sacrificio. Diamo il resoconto della cerimonia apparso sul Messaggero del lunedì di Udine il 19 ottobre.
A Osoppo, medaglia d'oro al valor militare, sono stati ricordati i moti friulani dell'ottobre 1864, conosciuti come i moti di Navarons dal paese natale di colui il quale li promosse e ne fu l'anima, il medico Antonio Andreuzzi.
La commemorazione è stata tenuta da due ferventi e appassionati studiosi di storia friulana, il prof. Angelo De Benvenuti, presidente del Comitato di Udine dell'Istituto per la Storia del Risorgimento, e Antonio Faleschini.
I grandi assenti della celebrazione erano i giovani che non hanno sentito, distratti da altri avvenimenti, il richiamo degli eroi leggendari rievocati dal prof. De Benvenuti e da Antonio Faleschini, nella sala del Ricreatorio di Osoppo. I due studiosi hanno ricordato l'Andreuzzi e il figlio Giovanni, il gradiscano Marziano Ciotti, l'udinese e garibaldino Gio Batta Cella, Tolazzi, Asquini e tanti altri nomi di giovani ardimentosi che tentarono di anticipare l'annessione del Veneto e del Friuli all'Italia di Vittorio Emanuele II.
I due oratori hanno, fèttto rivivere, spogliandole di ogni falsa retorica e mostrandole nella vivida luce di una esatta dimensione storica, le imprese di quegli eroi, temprata all'epica scuola di Garibaldi, con cui taluni avevano combattuto, e di Mazzini, cui spetta il grande merito di aver saputo scuotere l'apatia dei giovani. I moti friulani del '64 falli­rono per una serie di avversità, specie per l'insufficiente organizzazione tra i vari gruppi d'azione sparsi in tutto il Veneto. Tuttavia dimostrarono il vivo desiderio delle genti friulane di essere unite al resto d'Italia.
I moti sono stati ricordati in ima splendida mattinata di ottobre alla presenza di numerose autorità e di discendenti dei patrioti. Sono intervenuti il dott. Amodio, presidente del Tribunale di Udine, il giudice conciliatore aw. Vittorino Gomirato, il prof. Someda de Marco, presidente dell'Accademia, di lettere e arti di Udine insieme con l'ing. Magnani, H prof Rino Borghello, presidente dell'Università popolare, il col. Scverini, in rappresen­tanza della Divisione Mantova , il consigliere provinciale signora Toso Chinellato, il dott. Job e il dott. Celante per la Camera di commercio, mons. Lorenzo Dassi, arciprete di Osoppo, il prof. Fornaciarì, il prof. Passone, il prof. Faei.il prof. Gaeta, presidente del­l'Istituto di storia del giornalismo, il preside della scuola Valussi , prof. Costantini, il vice preside dello Stringher prof. Masscnzi, il nobile Ottavio de Padani e altri. Nella ala del ricreatorio parrocchiale l'assessore comunale di Osoppo, Mattiussi, in rappresen­tanza del sindaco impegnato a Roma, ha porto il saluto dell'amministrazione e ha ricor­dato il contributo delle genti di Osoppo ai moti insurrezionali.
Successivamente ha preso la parola Antonio Faleselùni per uno stringato panorama dei moti rivoluzionari nel Veneto e in Friuli e per ricordare, attraverso corrispondenze e testimonianze i legami di vera amicizia che correvano tra Giuseppe Mazzini e i massimi responsabili dei moti friulani.
Si tratta ha esordito l'oratore di unn rievocazione senza sfarzo con carattere di commossa intimità in omaggio a Osoppo che ha un posto elevato natia storia del nostro Risorgimento, in omaggio "Ha gente di Osoppo cesi duramente colpita anche nel corso del secondo conflitto mondiale . Successivamente, Faleschini ha ricordato Io origini dei moti, i quali ebbero avvio dalla mancata annessione del Veneto all'Italia, la cui unità