Rassegna storica del Risorgimento

LUMBROSO ALBERTO
anno <1965>   pagina <38>
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38 Franco Garofalo
conflitto, oc Dunque, da Courcel a Delcassé, e prima e dopo di loro, la Francia (parlo del Governo e non del Popolo) Ha premeditato e preparato una espansione territoriale a scopo economico nel Continente. Ma le trattative diplomatiche del 1913 vengono a confermare ed illustrare l'opera degli ambasciatori francesi del 1884-85 e 1899, poiché un anno e mezzo prima dello scoppio della guerra, Deh casse, uomo di fiducia di Poincaré, tratta con Sazonow, il ministro degli Esteri di Nicola II, degli scopi di guerra territoriali della Francia in Europa... È naturale che una simile mentalità francese, disturbatrice della pace europea, s'incontrasse ed accordasse con quella, analoga, dei Russi, i quali al principio del 1914 si erano convinti (parlo dello Zar, di Sazonow e d'Isvolsky), dopo aver abbandonato il piano d'espansione verso l'Asia, che l'altro piano, quello diretto al Bosforo ed ai Dardanelli, non poteva essere realizzato fuori del quadro di una guerra euro­pea. Qui, dunque, appare netta la duplice causa economica che spinge Francia e Russia a collegarsi per cadere addosso alla Germania che sta fra due fuochi: la Francia, oltre tutto il resto, vuole le miniere della Sarre: la Russia, oltre tutto il resto, vuol aperto il Mediterraneo al suo commercio, vuol gettarsi allo sbara­glio pur di evitare una rivoluzione lanciando al suo popolo vincitore l'offa di Costantinopoli. Poiché alla rivoluzione non credevan più gl'ingenui viaggiatori stranieri, ma nettamente la presentivano la Corte e i ministri moscoviti, e si guardavan bene dal rilevare alla Francia quella congenita e ancor nascosta tabe, che avrebbe reso il Governo di Parigi assai meno fiducioso in quello di Pietro­burgo.
Dalla Russia alla Turchia il passo è breve... I Turchi hanno fornito con la loro alleanza con gli Imperi centrali, il miglior argomento alla propaganda bel­lica inglese, atto a dimostrare che la guerra era una crociata della civiltà contro la barbarie: poco o nulla i Turchi arrecavano, come esercito, ai loro soci, mentre costituivano con la cultura tedesca e con la civiltà austriaca uno stridente con­trasto....
Addentrarmi in tutte le considerazioni di Alberto Lumbroso sull'intervento turco al lato degli Imperi centrali, mi allontanerebbe troppo dai limiti che mi sono imposti. Ma mi sembra interessante, per sottolineare la chiaroveggenza del nostro autore, di ricordar qui come egli veda dall'entrata in guerra della Turchia ridestarsi tutti i problemi del mondo islamico nel prossimo e nel medio Oriente, nell'estremo Oriente e nell'Africa: problemi religiosi, sociali, politici ed economi­ci: primo fra tutti quello del petrolio. Anche nel vicino Oriente avevano radici le due cause economiche principali della guerra. Così le riassume Alberto Lum­broso: Le barriere del protezionismo inglese, minaccianti la produzione germa­nica... Chamberlain senior, agli inizi del nostro secolo, e regnando Edoardo VII aveva lottato per far prevalere una politica protezionista britannica, e ciò pro­prio nel paese di Cobden, il più illustro dei liberoscambisti... Chamberlain aveva avuta la grandiosa visione di un compatto Impero britannico composto di mem­bra sparse per tutto il mondo e perciò in grado di bastare completamente a se stesso: poi il partito liberale abbattè Chamberlain e la propaganda protezionista cessò, ma... rimasero le tariffe doganali protettivo. Anche le colonie inglesi au­tonome (Australia, Nuova Zelanda, Africa australe, Canada) ebbero il sistema di preferire i prodotti dell'Impero, mentre prima i dazi d'entrata untissimi e la loro eguaglianza per tutte le nazioni fornitrici avevano funzionato a completo vantaggio del commercio tedesco: a questa minaccia contro la Germania si aggiungeva quella che, sviluppandosi enormemente la produzione russa, l'Ira-