Rassegna storica del Risorgimento

LUMBROSO ALBERTO
anno <1965>   pagina <42>
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Franco Garofalo
ciò che diplomatici e militari han saputo fare in questi due mesi dell'agonia della pace, ormai già condannata a morte sicura.
Il 5 giugno pochi giorni dopo che Glemenceau ha annunziato la guerra vicinissima al nostro Addetto commerciale Sabini l'ex Presidente del Con­siglio Briand s'incontra a Parigi con l'Ambasciatore Paléologue, venuto in li­cenza da Pietroburgo. E Paléologue i cui tre volumi di ricordi sulla sua mis­sione in Russia formicolano di prove lampanti della congiura Poincaré-Paléo-logue per rendere inevitabile la guerra resa possibile dall'imprudenza folle degli Imperi Centrali. Paléologue dice a Briand: Io ho la ferma convinzione che andiamo incontro alla burrasca. In quale punto dell'orizzonte e quando essa scoppierà, non so. Ma la guerra è sicura, ed, anche, fra breve tempo... Questo, in lingua povera, vuol dire: O per imprudenza dell'avversario, o per abilità nostra... si farà sorgere un motivo di conflagrazione generale.
Il 9 giugno, il Ministro belga a Parigi, Guillaume, scrive: È egli vero, che il Gabinetto di Pietroburgo ha fatto pressioni sulla Francia per l'adozione del servizio militare triennale, e che oggi con tutta la sua forza le impone di mantener la promessa e d'eseguirla?... Gli uomini che dirigono le sorti dell'Impero czari-sta debbono pur sapere che lo sforzo richiesto al popolo francese (con questa legge militare) è troppo grande, e che non può essere prolungato. Si deve supporre che l'attitudine del Gabinetto di Pietroburgo sia fondata sulla persuasione che gli avvenimenti (attesi) sono vicini e che daranno modo di utilizzare una forza militare che la Russia ha imposto alla sua alleata di tener pronta...
Il 24 giugno quattro giorni prima dell'attentato di Serajevo Guillaume manda a Bruxelles notizie tanto allarmanti, che quel Ministro degli Esteri ne fa oggetto di una circolare a tutto il suo Corpo diplomatico. La Russia e la Francia ammonisce il barone giuocando in verità, in questo momento, una partita molto pericolosa. Aumentano fino all'eccesso i loro armamenti gareggiando l'una con l'altra, e si abbandonano, specialmente la Russia, ad un bluff che potrebbe poi avere le più gravi conseguenze..
Nessuno dubita (qui a Parigi) delle intenzioni pacifiche dell'Imperatore Gu­glielmo, Ma per quanto ancora sarà concesso di fare assegnamento su questa dispo­sizione di spirito, di fronte alle attività minacciose della Francia e della Russia ed ai contraccolpi che esse eserciteranno sulla mentalità degli sciovinisti e dei mili­taristi del Reich?
Dunque, per un Belga, dopo la prima metà di giugno ma prima dell'atten­tato di Serajevo, la situazione internazionale, vista da Parigi, è desiderio di guerra dell'Irniente Cordiale, preparativi minacciosi francorussi, tendenza pa­cifica del Kaiser, pazienza ormai stanca della Germania in cui il pericolo immi­nente dà maggiore autorità ai guerrafondai che ai difensori della pace europea .
Seguiamo adesso, rapidamente, Alberto Lumi)roso, nei giorni fra l'attentato e l'inizio della guerra. Egli non cerca più responsabilità di questo o quello, ma niente altro che la conferma di quelle responsabilità che egli ha già attribuito alle Nazioni ed ai Governi. E comincia a servirsi delle parole di un diplomatico serbo, che ha scritto: L'indifferenza del Governo serbo di fronte a ciò, che da parte dell'Austria sarebbe stato deciso in conseguenza dell'assassinio dell'erede del trono, la loquacità e l'albagia della diplomazia serba, l'illimitata esaltazione della stampa- serba, mostrano con apodittica certezza che la Serbia (subito dopo l'attentato) aveva ricevuto dalla Russia la certezza che questa volta non sarebbe stata abbandonata al proprio destino, e, cosa molto più importante, che la guerra