Rassegna storica del Risorgimento
OMODEO ADOLFO LETTERE
anno
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1965
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pagina
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48
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48
Guido Verucci
del gruppo crociano nel primo ventennio del secolo sembrava aver relegato fra le cose morte . *) In questa prospettiva, nella verifica cioè dei modi attraverso i quali egli si è sforzato di operare la sua mediazione, e dei risultati raggiunti, mi sembra che debbano essere considerati la vita e gli scritti dell'Omodeo.
Alcune lettere del 1912 trattano dei criteri metodologici cui J'Omodeo si ispirava nei suoi studi di storia del Cristianesimo, nati nel clima fervido della comunanza di sentimenti e di idee con Gentile, di cui l'epistolario dei primi anni restituisce l'accento. Criteri metodologici alla cui base era il concetto, come si è accennato sopra, della distinzione fra pensiero mitico e pensiero razionale , e lo sforzo di ricuperare il primo al secondo, trasformando, come è stato detto, ) la storia religiosa nella storia eticocivile. Se non che si potrebbe osservare che la condizione prima perchè il cosiddetto pensiero mitico possa essere legitti-mamente .superato , è che esso sia considerato nella sua interezza, in tutte le sue manifestazioni, nelle sue dottrine, aspirazioni, riti e istituzioni, e non soltanto nelle grandi personalità religiose, oggetto essenziale dei lavori dell' Omodeo.
Lo stesso principio cosi lucidamente esposto in una lettera del 23 dicembre 1912, in cui già si avverte l'insoddisfazione per una concezione storiografica di derivazione gentiliana, e in base al quale si postula la necessità di studiare lo svolgersi del pensiero non solo attraverso le elaborazioni concettuali di alcune grandi figure, ma riconnettendo quelle elaborazioni con tutto il moto dell'umanità, sì da fare scomparire il taglio netto tra pochi viventi e l'immensa massa d'estinti fruges consumere nati (pp. 5152), mentre da un lato rivela il tentativo di colmare il distacco tra filosofia e vita, dall'altro pare ribadire questo distacco, perchè ciò che interessa soprattutto l'Omodeo è il processo formativo dei concetti , e il rapporto tra le erme solitarie del pensiero e il resto dell'umanità è rapporto tra ciò che è vivo e ciò che è morto, ma che bisogna far rivivere per comprendere bene ciò che è vivo, ed è in funzione della elaborazione di quei concetti. Del resto, la premessa metodologica generale da cui muove l'Omodeo, illustrata poi nel noto saggio Res gestae e historia rerum gestarimi (1914), cioè la identificazione di res gestae e historia rerum gestarum , implica, come conferma la lettera del 17 agosto 1912, che lo spirito individuale che pensa la storia la crea nel senso più profondo della parola , e questa creazione è anche elemento di nuova storia (pp. 2526): implica cioè che il processo storico si identifichi col processo che si Bvolge nella coscienza individuale,3) e perciò, nonostante che si affermi che il processo creativo avviene non solo nello spirito dello storico ufficiale, ma anche in quello del più, umile uomo, una visione della storia accentrata e risolta
t) D. GAWMMOIU, Commemorazione di Adolfo Omodeo, pubblicata negli Annali della Scuola Norma!* di Pisa del 1947, e ora in Studi di storia Torino, 1959, pp. 51-75 (la citazione nel testo è a p. 68). Del CANTIMOR* si v. anche la recensione alla silloge II senso della stòria dcll'OniODEO, già pubblicata in. Rinascita del 1948, e ora in Studi di storia, cit., pp. 76-81.
*). "W. MAXUBI, Adolfo Omodeo, in Interpretazioni del Risorgimento, Lezioni di storia della storiografia, Torino, 1962, pp. 517-549 (l'espressione cui si fa riferimento nel testo è a p. 519). Del MATURI ai v. nuche Adolfo Omodeo-storico del secolo decimonono, in Ras-segna d'Italia, I (1946), n. 8, pp. 3-22.
8J C. GAJVDELOBO, Adolfo Omodeo storico del Risorgimento, in Società, V (1949), pp, 573-601 (l'espressione cui si fa riferimento nel testo è a p. 575).