Rassegna storica del Risorgimento
OMODEO ADOLFO LETTERE
anno
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1965
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pagina
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50
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50
Guido Verueci
Ma il frutto culturalmente più importante che l'Omodeo trae dall'esperienza della guerra, è forse la constatazione che la guerra è fatta, cioè diretta e ispirata, dalla borghesia degli ufficiali: sono questi che si sforzano di dare ai soldati, cioè ai contadini, agli analfabeti, le motivazioni ideali e morali per cui combattere motivazioni che sono desunte dal patrimonio mazziniano-garibaldino del Risorgimento; che si sforzano di sviluppare e trarre a consapevolezza in essi virtù, civili e militari, che sopperiscono alle loro deficienze con le proprie qualità, cioè rappresentandoli ; che li spìngono al sacrificio e alla morte. Ragazzi imberbi, come si esprime efficacemente l'Omodeo nella lettera alla moglie del 29 settembre 1916 studenti che hanno lasciato con la scuola i comodi delle loro case, divenuti sottotenenti improvvisati, comandano le compagnie, dormono a ciel sereno, tremano di freddo sotto la tenda, si tirano appresso i soldati nella trincea fangosa, combattono e muoiono. Sono spesso lasciati al loro criterio in momenti difficili, e si cavan d'impaccio come meglio possono. Non si lagnano quasi mai e tollerano tutto E il lato bello della nostra borghesia che si nobilita in guerra (p. 144). La constatazione della funzione svolta dagli ufficiali sarà poi alla base dello studio Momenti detta vita di guerra, in cui l'Omodeo si proporrà di tracciare una storia spirituale della guerra, cogliendola in quei momenti in cui essa si eleva a forme superiori, nei migliori, cioè nelle persone colte, negli ufficiali, dato che nelle forme spirituali superiori convergono le inferiori, quelle che sono vicine alla pura natura , quelle espresse cioè dalle persone non colte, dai soldati (pp. 13 ss.).
Mi pare che nell'esperienza di guerra sia in germe, colto nel suo formarsi al contatto vivo con la realtà, un concetto fondamentale nell'opera storiografica delTOmodeo, quello della borghesia classe politicamente e culturalmente dirigente, non ceto ristretto nella difesa dei suoi interessi economici, ma ceto detentore di valori universali di civiltà che è suo compito affermare e diffondere ira tutti, classe quindi aperta a tutte le capacità; JJ insomma, come si esprimerà il Croce, categoria spirituale essenziale dell'umanità, classe non classe, o, hegelianamente, ceto generale .2) Tale concetto storiografico sarà alla base della visione omodeana del processo risorgimentale e della sua interpretazione della Restaurazione francese. A parte l'antinomia insolubile che si può individuare nella concezione crocianoomodeana della borghesia che è insieme classe giuridicamente ed economicamente abbastanza determinata e sopraclasse , totalità spirituale ,3) antinomia che riproduce quella esistente in Croce fra il liberalismo come fondamento di vita e di lotta pratica e il liberalismo come concezione totale del mondo e della realtà , 4> per limitarsi all'esame del concetto omodeano
*) Una definizione di questo tipo della borghesia l'Omodeo darà qualche anno più. tardi nell'articolo La scuola dei preti, pubblicato nel 1920 ne L'Educazione Nazionale, e ora in Libertà e storia, cit., p. 36.
2) Gfr. il noto scritto Di un equivoco concetto storico: la Borghesia, in Etica e politica, 3S ed. riveduta Bari, 1945, [1* ed. 1930], pp. 321-338. Lo scritto, che è una nota letta all'Accademia di scienze morali o politiche della Società reale di Napoli, fa pubblicato la prima volta nel volume degli Atti della medesima Società, e poi in La Critica, XXVI (1928), pp. 261-274.
3) Ivi, p. 337.
*) B. CROCE, La concezione liberale come concezione della otta, in Etica e politica, cit., p. 284-293.