Rassegna storica del Risorgimento

OMODEO ADOLFO LETTERE
anno <1965>   pagina <55>
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Le Lettere di Adolfo Omodeo 55
periodo fascista, di fondendo un patrimonio idealo e storico entrato poi come- una delle componenti fondamentali nella vita culturale italiana del secondo dopo­guerra, ma solo indicare le ragioni di una limitata presa, di una limitata vitalità, allora e poi, durante e dopo il fascismo, di quella opposizione storiografica.
La caduta del fascismo fu per l'Omodeo la fine di un incubo, un eccitante ritorno alla vita, come attestano le sue lettere: Io sono molto sollevato dal-l'ineubo fascista, ma preso dalle nuove preoccupazioni, clic sono ora nostre responsabilità , scriveva al Russo il 15 agosto 1943 ([. 706). La sua fedeltà alla missione di storico cittadino si manifestava infatti, ancora una volta, nel-l'assunzione, interrotti gli studi, di compiti pratici e politici. Le lettere degli ul­timi neanche tre anni della sua vita sono una ulteriore, molto viva testimonianza della coraggiosa lotta politica che l'Omodeo condusse come rettore dell'univer­sità di Napoli, come ministro della pubblica istruzione nel primo ministero di coalizione nazionale costituito dal Badoglio, come membro della Consulta, come direttore de L'Acropoli, come esponente del partito d'azione. Una lotta contro il tentativo di conservare un regime fascisticomonarchico, non ostante la sconfitta (lettera al figlio Pietro del 6 febbraio 1944, p. 724): contro la monar­chia e il persistente costume fascista, contro l'ignavia dei professori e degli stu­denti dell'università, contro la casta dei militari, le resistenze della burocrazia, l'invadenza della polizia, e i clericali; cui si aggiungevano le critiche a certi aspetti della politica del partito d'azione e le polemiche con il partito liberale. Una lotta in cui l'Omodeo non esitò mai di fronte all'esempio e al rischio personale. Cosi, quando gli studenti dell'università di Napoli restarono inerti dinanzi all'appello ad arruolarsi per combattere contro i Tedeschi, egli, non pia giovane, seguito da pochissimi studenti, parti volontario per il fronte: ... per dare una lezione a quei gaglioffi scriveva al figlio Pietro il 30 gennaio 1945 e anche perchè quando si ricopre una carica bisogna accettarne tutte le conseguenze, ho chiesto di essere richiamato alle armi (p. 742).
I princìpi cui l'Omodeo ispirò la sua ultima battaglia politica erano nella sostanza quelli di sempre, *) anche se il suo liberalismo acquistava un tono più aperto ai nuovi problemi, e la tradizione storica cui egli si rifaceva batteva l'accento su Mazzini e Cattaneo, oltre che su Cavour. Immutata restava l'idea della classe media come supcrclasse, cioè classe permanentemente mediatrice degli interessi contrastanti, sul piano politico e su quello culturale; immutata restava l'esigenza di superare la frattura fra Slìtes e masse, di conquistare le masse alla vita superiore del paese: immutato restava anche il vizio di fondo di questa esigenza, la incapacità di comprendere in se stesse le masse, di considerarle portatrici di autonomi valori morali e politici, attori di storia.2)
') Cfr., in questo senso, G. PEPE, // pensiero politico nell'Acropoli, in L'Acropoli, fase dedicato Ad Adolfa Omodeo, ;B. ; [1948], pp. XLVI-LH; CANDELORO, art. cit., p. 581; F. DE ALOYSIO, Noie su Adolfo Omodeo politico, in Rivista storica del socialismo, TV (1961), pp. 139-160.
) Cfr. in particolare, fra gli scritti degli ultimi anni, raccolti in Libertà e storia, cit J fondamenti ideali del Partito d'asiane (1943), p. 117; La crisi del Parato d'anione (1944), pp, 212-213; Le masse (1945), pp. 428-424; // dovere della classe politica (1945), pp. 431-432; La distruzione delle daini medie (1946), pp. 386-390, e La frattura del Partito d'asione (1946), pp. 400, 403.