Rassegna storica del Risorgimento
OMODEO ADOLFO LETTERE
anno
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1965
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pagina
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56
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Guido Verucci
Lo sforzo compiuto dall'Omo deo lungo tutta la vita, attraverso la sua attività storiografica e quella di pensatore e uomo politico, pare così concludersi senza soddisfacente soluzione. Egli ebbe il senso del suo isolamento, del suo fallimento politico (efr, fra le altre le lettere del 14 maggio 1945, p. 756, del 20 maggio 1945, p. 757, del 29 luglio 1945, p. 760), e sentì acuta la delusione per la situazione politica instauratasi nel periodo postfascista. Questa delusione finì per persuaderlo a riprendere gli studi. Ma unita al dolore per la persistente lontananza del figlio Pietro, all'amarezza causatagli dai dissensi politici con il Croce, alle fatiche cui si era sobbarcato dal settembre 1943, ne logorava la resistenza, tornava a far calare sull'Omodeo un'ombra di morte. Mi resta solo una squallida e disperata volontà d'agire, senza sorriso di speranze per quanto mi resta da vivere , scriveva al figlio Pietro il 3 maggio 1944 (p. 728). È, forse, proprio un esempio di coraggio, di forza, di fede, nonostante tutto, nella vita e negli ideali in cui si crede, di maturità, la lezione più alta che proviene da questo epistolario.
GUIDO VERUCCI