Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (D'ONDES REGGIO-COTT? DI ROCCAFORTE); COTT? DI ROCCAFO
anno <1965>   pagina <58>
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S. Massimo Ganci
quale era amletica in quanto, da una parte, avrebbe voluto allontanare Garibaldi, coinvolgendolo nella rivoluzione dei liberali greci all'autoritarismo di Ottone di Baviera e, dall'altra, avrebbe voluto strumentalizzarlo in funzione antiaustriaea, con l'infausto concentramento di Sarnico.
Ma l'aspetto più originale del documento è l'interpretazione dell'atteggia­mento siciliano di fronte a Garibaldi. Atteggiamento di sostanziale freddezza. Perchè? Si chiede D'Ondes. Perchè Garibaldi, venuto in veste di rappresentante del partito d'azione e, quindi, dell'unitarismo più rigido, non ha fatto leva sul sentimento autonomistico dei Siciliani: ..... la verità è che la Sicilia non è con Garibaldi perchè Garibaldi non vuole autonomia amministrativa, la Sicilia nella sua generalità non l'ha seguito, altrimenti il suo campo sarebbe di 20mila, in ogni comune sarebbe un comitato rivoluzionario .
Quella del D'Ondes è, dunque, una interpretazione in chiave autonomistica dell'episodio di Aspromonte la quale, vista in relazione ai fatti precedenti e se­guenti l'episodio stesso, poggia su di una base sostanzialmente valida e trascende la polemica regionista della quale il D'Ondes fu uno dei rappresentanti di punta.
Quali conseguenze sarebbero derivate dall'azione garibaldina ? Conseguenze in ogni caso deleterie. Il fatto che un manipolo anche sparuto di Siciliani aveva seguito Garibaldi, sia nel caso di esito fausto, sia in quello infausto dell'azione di lui, si sarebbe risolto, comunque, in danno della Sicilia e avrebbe dato al Go­verno un'arma affilati ssima contro di essa.
Or costoro che cosa hanno fatto con acclamare per poco tempo Gari­baldi ?, La risposta di D'Ondes è estremamente conseguenziale. Confermato il plebiscito nel senso dell'annessione pura e semplice, rinunziando ad alcuna au­tonomia amministrativa, non altro desiderando che Roma come rimedio a tutti i mali che li travagliano .
Dalla quale stoltezza unita all'impossibilità per Garibaldi di uscire vit­torioso dalla lotta (D'Ondes è buon profeta !), sarebbero derivate la seguente alternativa: O partirà e lascerà i Siciliani in una situazione peggiorata o sarà sopraffatto dalle truppe e la vittoria sopra Garibaldi una volta che la Sicilia si è messa con lui è vittoria sopra la Sicilia . Alternativa i cui termini erano en­trambi negativi per l'Isola e per il soddisfacimento delle esigenze autonomistiche di essa.
Degni di essere messi in rilievo ci appaiono i propositi espressi dal D'Ondes al Roccaforte, di avances nei confronti del gruppo toscano del Peruzzi, che sin da allora mostrava segni di irrequietezza.
Interessante, infine, il giudizio sul volume di Petruccelli della Gattina, che appare in fondo alla lettera.
S. MASSIMO GANCI
APPENDICE
Carissimo Amico, Genova, 15 agosto [1862]
ho ricevuto con un po' di ritardo la tua graditissima del 7 perchè mi trovava in Torino quando essa giungeva a Genova.
Caro mio, le cose che si passano in Sicilia, la condotta di Garibaldi e quella del Governo, e la condotta de* Siciliani, ciò che più. mi duole, sono cosi incredibili, e pure verissime I Garibaldi, finiamola una volta col linguaggio convenzionale, è un nomo arrisicato e coraggioso che nella spedizione di Sicilia doveva perire,