Rassegna storica del Risorgimento

CARTEGGI (D'ONDES REGGIO-COTT? DI ROCCAFORTE); COTT? DI ROCCAFO
anno <1965>   pagina <59>
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Una lettera inedita di Vito d>Ondes-Rcggio 59
eppure vìsse e trionfò, come uno il quale buttandosi dal Campanile di Nòtrc Damo, invece di fracassarsi in cento pezzi comincia a correre, e prendere un pallio (sic); ma la cosa diventa meno straordinaria quando si scuopre che nel terreno vi era del fieno, e clic delle corde, a cui afferrarsi momentaneamente scendevano giù dal campanile. La flotta che non lo mandò a fondo erano legni napolitani, edi denari furono versati a larga mano a1 generali. Del resto Garibaldi è un idiota, incapace a comandare un reggimento, è un ambiziosissimo, ed è impazzito dall'adulazione di Mazzini e mazziniani, che mutato nome, si chiamano garibaldini, i quali l'intorniano, e se ne servono come un fantoccio. Eglino ne­mici d'ogni ordine di cose che non porti loro stessi al potere, pria lo scagliavano contro Cavour, poi contro Ricasoli, or contro Raitazzi; e contro costui la cosa ha preso più consistenza, anzi l'aspetto di aperta ribellione e guerra civile, perchè costui è un altro ambizioso, e si crede cogl'imbrogli, la corruzione e le furfanterie potersi lare l'uomo di Stato, e a questi tempi in Italia ! Rattazzi e qualche altro personaggio ancora, indubitatamente hanno fatto delle promesse a Garibaldi, e Rattazzi andò al potere apertamente sostenuto da lui e da' suoi; ma queste pro­messe erano vaghe, indeterminate, forse solo era stabilito che se la rivoluzione in Nauplia continuasse lo si seconderebbe ad andare in Grecia; non pareva vero ciò a Rattazzi ed a molti altri di levarsi da addosso e Garibaldi, ed alquanti de' suoi ed essere strombettati grandi politici, divergere verso Oriente le forze au­strìache, e cose simili; probabilmente l'affare sarebbe finito con la rovina di Ga­ribaldi e de1 suoi compagni. Ma quella combinazione fallita, Garibaldi combinò l'affare di Sarnico, scoperto e fallito, ora lo confessò ed ora lo negò con una im­pudenza senza pari. Allora si venne dal Governo a patti, egli avrebbe dovuto starsi tranquillo, e ne impegnò la sua parola, ed egli e tutti i complici sarebbero rimasti impuniti con una sentenza di non costa (sic). Ma la massima generale che ogni mezzo è lecito per conseguire il fine; e che nel Parlamento io solo ho chiamato e chiamerò sempre iniqua, ha disobbligato Garibaldi dalle sue promesse,; e va in Sicilia, si dichiara ribelle alla legge, ed ottiene il convocio ed il concorso me-mentaneo de' Siciliani. Or costoro che cose hanno fatto con acclamare per poco tempo Garibaldi ? Confirmato il plebiscito nel senso dell'annessione pura e sem­plice, rinunziando ad alcuna autonomia amministrativa, non altro desiderando che Roma come rimedio a tutti i mali, che li travagliano. Vi può essere stoltezza maggiore ? Ma v'ha di più, non è possibile che Garibaldi riesca vittorioso da questa lotta; o partirà e lascerà i Siciliani in una condizione peggiorata, o sarà sopraffatto dalle truppe, e la vittoria sopra Garibaldi una volta che la Sicilia si è messa con lui, è vittoria sopra la Sicilia. Ma è veramente tutta la Sicilia con lui ? Niente affatto, nel suo campo non sono mille Siciliani, e per capi non hanno che Corrao, e Bentiveglia !!! Or più che pria i fusionisti, i picmontesisti ogni qualvolta io dirò in Parlamento ohe la Sicilia vuole l'autonomia ammini­strativa, e che altrimenti mostrerà la sua forza, non risponderanno che testé ha mostrato di non volerla poicchè si è unita a Garibaldi, e che la sua forza non è cosa seria sendo stata compressa anco seri do vi Garibaldi alla testa? E la verità è che la Sicilia non è con Garibaldi, perchè Garibaldi non vuole autonomia ammi­nistrativa, la Sicilia nella sua generalità non l'ha seguito, altrimenti il suo campo sarebbe di 20mila, ed in ogni comune sarebbe un comitato rivoluzionario. Con Garibaldi sono pochi giovani ardenti, di cui alcuni già ritornati alle case loro, i giornali e i dimostratori di piazza, di professione. Non è poi credibile l'ingenuità con cui credono che Rattazzi si deve ritirare, perchè i giornali di Si-