Rassegna storica del Risorgimento
SIMON ALO?S; SIMON ALO?S BIBLIOGRAFIA
anno
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1965
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pagina
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92
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92 Libri e periodici
Respirata così l'atmosfera del discorso inaugurale nella quale si sono trovati a loro-agio e plaudenti i partecipanti (salvo osservazioni e larvate obbiezioni di alcuni intervenuti nel dibattito), noi, e confessiamo la colpa di averci respirato male, abbiamo considerato la convenienza di uscirne fuori.
Se non che la successiva relazione di Mario Bcndiscioli, e per il nome del relatore e per il tema (La Santa Sede e la Guerra) è stata efficace richiamo di cui non ci siamo pentiti.
Diciamolo subito: la declamazione è scomparsa. Chiarezza di impostazione e precisazione dei bruiti sin dalle prime pagine introduttive. Opportuno riconoscimento delle enormi difficoltà insite nei problemi di cui è stata investita la Santa Sede prima e durante il conflitto: problemi teologico-morali, cMesasticoorganizzativi e politico-diplomatici. Aperta comprensione e ragioni degli inevitabili contrasti, e dei tormenti di cui tutti cattolici o no soffrirono, pur nella comunanza degli intendimenti volti a raggiungere la pace nel trionfo della giustizia.
U relatore ha dunque raccolti gli elementi essenziali discutendone il valore, e non ne ha fatto materia per una orazione, ma per un contributo alla storia dove discussioni e valutazioni possono essere serenamente rinnovate. Con tale spirito ha considerato nel loro innegabile ed alto valore i richiami della Chiesa all'osservanza dei principi cristiani, e l'appoggio della Chiesa stessa, durante il conflitto e dopo, a tutte le iniziative ispirate agli ideali di giustizia e di carità.
La successiva relazione di mons. Jean Leflon sul tema L'action diplomatico-reli-gieuse de Senati XV en faveur de la paix duroni la première guerre mondiale procede da due affermazioni preliminari: il Papa, padre universale, deve consigliare e preparare hi pace; il Papa, pastore universale, deve tenersi al di sopra della mischia.
Dichiarazione di principi cui non può mancare consenso. È piuttosto il modo, l'applicazione e l'attuazione di quei principi, sia che ai tratti di parole e sia che si tratti di azione, che può dar luogo a dissensi anche fortissimi.
Da notare a questo propòsito come lo stesso mons. Leflon non esiti a documentare sia pure nei limiti di una relazione quali e quanti siano stati in vari tempi i contrasti anche nell'ambito della stessa Caria Romana (l'opposizione, per esempio'alle due parole inutile strage volute viceversa da Benedetto XV), i contrasti fra ecclesiastici di alto rango (perchè non ricordare i cappellani militari?), i contrasti fra cattolici in pubbliche dichiarazioni, nella stampa, e nell'azione: il tutto nei riguardi di quel modo e di quella attuazione .
Contrasti non meno accesi anche prima di quella celebre Nota e dopo la medesima.
Miopia negli oppositori, sostiene il relatore; 0 piuttosto se è lecito oppositori aventi conoscenza esatta dell'immediato, del reale, che non può essere sacrificata, in certe ose cruciali, a visioni troppo lontane per cui i cosidetti chiaroveggenti appaiono appunto-pericolosi visionari ?
Dovremmo a proposito di questa relazione, che ha il merito di tenere conto di contrastanti ideologie nello stesso campo cattolico, ripetere cose già dette. Piuttosto ci limitiamo a riconoscere la serietà dell'indagine compinta.
Non minore ricchezza di ricerche ci piace di rilevare nella seguente relazione di Pietro Scoppola su Cattolici neutralisti e interventisti alla vigilia del conflitto.
Anche qui messe in evidenza obbiettivamente le opposte e varie posizioni del mondo cattolico (del quale avvertiamo è molto difficile indicare i confini) soprattutto prima dell'in tcrvento. Abbiamo conosciuto cattolici ardenti per una Italia risvegliata nella migliore tradizione risorgimentale, ed abbiamo veduto cattolici semplicemente ostili - e non sempre per motivi ideali a questa guerra e caduti vittime della fazione opposta.
Non solo, rna spesso mancò la coerenza, e molte furono le varianti di valutazione, di atteggiamento, in questi e in quelli nei singoli e nei gruppi, durante il conflitto per i diversi aspetti che il conflitto medesimo assumeva. Si può trattare di una evoluzione, o più semplicemente di una mutevolezza sotto l'influenza di sentimenti e di pensieri nuovi. In ciò il relatore sostanzialmente conviene, ed il suo esame e esteso, e giuste le considerazioni anche se costrette talora a brevi cenni, e se di necessità il procedere è rapido. Egli, però, trova modo di illuminare momenti particolari del travaglio cattolico , e