Rassegna storica del Risorgimento

TADDEI EMANUELE
anno <1914>   pagina <44>
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M, Mazziotli
baudosi alla nuova situazione. Vecchi giacobini, fervidi murattisti ai acconciarono a servire il governo dei Borboni, o tacendo le loro idee precedenti, o simulandone altre ben diverse. Il Taddei, redattore di un giornale ufficiale, non poteva tacerej mutò quindi comple­tamente di linguaggio. STel primo numero del Giornale delle Due Sicilie, dopo avere riferito le accoglienze entusiastiche del popolo al principe Leopoldo di Borbone, egli scrive : Ritornando alle loro affezioni naturali, alle loro antiche abitudini, i Napoletani si sono mostrati degni dei destini felici che sono loro garantiti dal onore e dalla parola sacra del re e dalla sicurezza di ritrovare in lui il padre amoroso di un popolo bnono ed affettuoso.1
Il giornalista ambiva di riconquistare la grazia del sovrano. L'occasione gli si offerse propizia, quando il ministro Tommasi, an­tico suo protettore, lo designò per una orazione in memoria della regina Carolina, nei solenni funerali che il municipio di Napoli in­tendeva celebrare. Il compito non era facile per l'oratore che molte volte aveva pubblicamente offeso nei suoi articoli l'estinta come l'ispi­ratrice delle stragi del 1799 e per i non lieti ricordi delle sue virtù, coniugali. Lo scrittore seppe, con molto accorgimento, sbrigarsela. Serbando il silenzio su le colpe della regina, magnificò la ga­gliardi a dell'animo di lei e ne idealizzò la figura ritraendola quale essa avrebbe dovuto essere. Oon immagini degne del seicento diceva: Il popolo la vide salire sul trono con l'arcobaleno sul capo e col Volto raggiante di luce, destinata dall'Altissimo ad essere messag­gera di pace e di novella fortuna ai popoli .
Quando si seppe nel pubblico il nome dell'oratore designato, sorse una viva indignazione.8 Lo stesso ministro Tommasi, per evitare qualche scandalo, dovette scrivere il 25 agosto8 all'estensore del giornale che il discorso l'avrebbe pronunciato l'arcivescovo di Sa­lerno Mons. Piato, il quale in precedenza aveva domandato tale onore : ciò che non era vero. Il Pinto difetti lesse l'elogio funebre nella chiesa di San Paolo il 7 settembre* 'Iif anniversario della morte della regina. Però il ministro fece stampare a spese del go­verno in edizione di lusso lo scritto del Taddei.4
H lavoro di lui piacque, in generale, per la forma eletta, ma su-
i Numero del 23 maggio 1815.
* DB jfrdòaEUty] voi, ni, p. 9.
3 Archivio di Stato di Napoli, anno 1827, Polizia, gabinetto, fase. 313. Ti DE NICOLA riporta la lettera del uiin.iiai-.ro (ivi, p. 35 e 36).
* Per le solenni esequie ili Maria Carolina d'Austria regina (Ielle Due StoHie,. Orazione funebre di Emanuele Taddei, Napoli, tipografia di Angelo Troni 1815.