Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA-UNGHERIA RELAZIONI MARITTIME CON L'ITALIA 1913
anno <1965>   pagina <497>
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La convenzione navale italo-austro-germanica del 1913 4>9?
velatamente appello a quello spirito di corpo che lega tutti gli ufficiali di marina di diversi paesi e li unisce implicitamente contro le gerarchie militari di terra:
Io avevo già ottenuto per mezzo del tenente colonnello Albricci ') un'udienza dal gen. Conrad per il giorno seguente 7 maggio: ma per senso di opportunità mi parve bene di non farne cenno, ed invece esortai l'amia. Haus a volermi aiutare per ottenere un'udienza da detto generale, dicen­dogli che per disciplina e per spirito gerarchico non avrei osato un simile passo se non per tramite dell'Ammiragliato. L'amm. Haus, visibilmente soddisfatto di ciò, mutò da quell'istante il suo contegno riservato, e mi trattò come un ufficiale alla sua diretta dipendenza: lo stesso giorno mi invitò a pranzo insieme a vari ufficiali di marina austriaci ed all'addetto militare italiano: e sebbene egli alla sera non abbia potuto intervenire di persona, a causa di un improvviso malessere, si fece rappresentare dal vice ammiraglio Von Keiler, ed al pranzo l'intonazione divenne a poco a poco meno diffidente, poi cordiale ed alla fine sincera. Durante il pranzo mi fu comunicata dall'Ammiragliato l'ora dell'udienza del gen. Conrad per il giorno dopo (che coincideva naturalmente con l'ora già fissata da Albrìcci). Il giorno dopo vidi anche con sollievo che era cessato il rigoroso pedinamento al quale fino allora era stato sottoposto da parte della polizia travestita .
Circa il decisivo colloquio con il Capo di S. M. austriaco, il comand. Conz riferisce i seguenti particolari:
H gen. Conrad dichiarò subito che su tale argomento il suo pensiero era da lungo tempo concorde con il punto di vista italiano e tedesco: che dopo le dichiarazioni avute dall'amm. Haus riteneva che la cosa fosse effettuabile: ma che non capiva bene in qual modo noi avremmo provveduto alla difesa delle truppe dislocate in Libia, lasciando in certo qual modo capire che l'uscita della flotta austriaca dall'Adriatico non doveva servire a compensare le deficienze della nostra flotta in seguito a sottrazione di navi dislocate in Tripolitania. Io risposi che ritenevo che, in caso di guerra/ quelle truppe sarebbero state internate, che ad ogni modo la difesa della Libia mediante navi era e sarà impossibile finché mancheranno le basi di operazione e di rifornimento, e che perciò l'unico modo di difendere la Libia e le truppe ivi dislocate era quello di conquistare la padronanza del mare, distruggendo possibilmente la flotta francese: che a questo solo scopo avrebbe mirato la nostra flotta, soprattutto se appoggiata da quella austriaca. Il gen. Conrad oppose ancora l'argomento dell'uscita della
') Addetto militare presso l'Ambasciata italiana a Vienna.