Rassegna storica del Risorgimento

CONGRESSI VIENNA 1965
anno <1965>   pagina <510>
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RASSEGNE, DISCUSSIONI E VARIETÀ
IN MARGINE AL XII CONGRESSO INTERNAZIONALE m DI SCIENZE STORICHE p
Tra la fine- di agosto e i primi di settembre si è svolto a Vienna il dodice­simo Congresso internazionale di scienze stòriche. La grande assemblea che am­bisce di Tinnire ogni cinque anni ì più qualificati esponenti di tutte le discipline storiche, senza limitazioni di specialità e di periodi, ha avuto luogo anche sta­volta con la partecipazione di migliaia di studiosi di ogni parte del mondo, tra i quali erano molti i nomi autorevoli e anche illustri, e nel quadro di una serie di manifestazioni e di riconoscimenti, a cominciare dall'intervento dei Presi­dente della Repubblica austriaca, che sembrano destinati a confermare ancora una volta il prestigio e l'autorità degli studi storici nel mondo moderno. E tut­tavia, a questo successo esteriore non si può dire che abbia sempre corrisposto una analoga impressione positiva per quanto riguarda l'atmosfera intellettuale e morale oggi dominante negli studi storici: che anzi, per questo rispetto, sarebbe forse legittimo parlare con franchezza di delusione, e di sintomi persino in­quietanti.
Passato da tempo sotto la tutela dell'Unesco, il Comitato internazionale delle scienze storiche già da questo ha derivato lo stimolo a una sempre più accentuata caratterizzazione del suo mondialismo : ma sarebbe errato attri­buire alla sola influenza dell'Unesco ciò che in realtà è il prodotto di tendenze spontaneamente operanti dopo il 1945, in virtù specialmente della rinnovata vitalità dei continenti extrauropei, e del corrispondente declino della posizione mondiale dell'Europa. Così, delle quattro sezioni in cui si sono svolti i lavori del Congresso, una era interamente dedicata alla storia dei continenti: e al­l'interno di essa la storia dell'Estremo Oriente, le civiltà mesoamericane, l'Africa nera fino alla colonizzazione e il processo recentissimo di decolonizzazione hanno avuto una parte predominante; mentre i temi di storia extraeuropea hanno avuto una larga parte anche nelle altre sezioni attraverso il dibattito su temi come quelli della acculturazione o della storia universale , in cui ampio spazio si è fatto alla trattazione di problemi come quello della storiografia dei Mongoli o della storia del Congo. E tuttavia, ad alcuni ciò non è sembrato ancora abba­stanza: e per es. George Barraclough (Inghilterra), in una dichiarazione rila­sciata al quotidiano viennese Die Presse ha lamentato che l'assenza della sto­riografia cinocomunista abbia limitato il carattere internazionale del Congresso, e ha deplorato che alla storia d'Europa si sia fatto ancora troppo posto in un mondo nel quale, a suo giudizio ed è giudìzio superficiale e sbagliato gli eventi decisivi per l'umanità hanno ormai luogo in Asia. Ed è qui che si coglie uno degli elementi che hanno più contribuito a turbare l'atmosfera del Congresso, e, diciamo pure, ad abbassare il livello intellettuale dei suoi dibattiti. E mi fatto che da qualche tempo la reputazione della storiografia è nettamente peggiorata, e che essa si sente anzi, almeno in alcuni suoi rappresentanti, sotto accusa. Con la sua esaltazione dello Stato nazionale, ha dichiarato lo stesso Barraclough,