Rassegna storica del Risorgimento
OROBONI ANTONIO FORTUNATO
anno
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1965
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pagina
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527
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Nuovi documenti su Antonio Fortunato Oroboni 527
Domenico Santi fai testimonio di questo testamento ed ho veduto la signora tcstatrico a sottoscrìversi;
Lorenzo Valseceli del fu Giuseppe, Notaio rogato, Residente in Badia del Polesine,
V
Testamento Segreto del Conte Antonio Oroboni del fu Gè. Camillo. Atti. Notar Lorenzo Valsecchi di Badia Polesine; rep. n. 1992/2660. (Archivio Not. di Stato - Rovigo - Sala 5, Sez. 28, palchetto C, Voi. IX).
Del N. 1992. Regno Lombardo-Veneto
Provincia del Polesine Distretto di Lendinara Comune di Fratta
Questo giorno di giovedì 29 ventinove del mese di Luglio 1824 (milleottocento e ventiquattro).
Io Antonio Oroboni del fu Camillo, originario della Regia Città di Rovigo, Nobile Ferrarese, ma da molto tempo domiciliato in questa Comune, trovandomi in perfetto stato di mente, così di salute come di corpo, quantunque molto avanzato in età; volendo riformare tutte le antecedenti mie testamentarie disposizioni e devenire alla confezione di un nuovo testamento, il quale abbia da riportare l'integrale sua esecuzione dopo la mia morte, ho fatto chiamare in mia casa una persona di tutta mia confidenza e la ho incaricata di scrivere ciò che le detterò e quindi ho cominciato a dettarle quanto segue: istruito già del tenore delle leggi alle quali devo conformarmi.
Prima di ogni cosa annullo e revoco qualunque, mio testamento o altro atto pubblico o privato con cui avessi disposto di tutta o di parte di quella facoltà di cui per le vigenti leggi mi è permesso di disporre; essendo mia decisa volontà, che tutto ciò, che disponerò in questo testamento abbia da essere eseguito dopo la mia morte. Siccome io posso disponere della metà di quanto possiedo, così voglio che nella quota di mia facoltà da me disponibile vi sia compreso quanto segue:
Primo Questa mia casa di villeggiatura con tutte le annesse adiacenze; la chiesetta, il brollo e gli effetti tutti quivi esistenti non eccettuato quanto interiormente disponerò a favore di MariaTeresa figlia di Luigi Barbaro e della defunta Marianna Moda; il che sarà compreso nella quota disponibile.
Secondo Il mio luogo di Trccenta denominato Barate-Ila di ragione diretta-ria della Nob. famiglia Pepali di Bologna, ora condotto dagli eredi Farmi, li quali mi pagano annualmente scudi romani cinquantacinque, baiocchi quarantaquattro e denari otto (se. 55.44.8) come dal relativo stromento.
Siccome io professo dei doveri di gratitudine verso il sunnominato Luigi Barbaro, che era al mio servizio nel tempo che questa provincia era occupata dalle Truppe Francesi, contro delle quali con somma bravura e zelo egli si diportò in modo che salvò la mia minacciata esistenza e le mie sostanze; così, non sapendo io dove presentemente égli si trovi, nò potendo perciò beneficarlo personalmente, mi sono determinato di beneficarlo nella di Lui figlia Maria-Teresa della età di anni dodici, la quale sta in mia casa e che viene da me mantenuta di vitto, vestito e di tutto ciò che può occorrerle; perciò lascio alla stessa il mio