Rassegna storica del Risorgimento

FARINI LUIGI CARLO
anno <1965>   pagina <533>
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L. C. Farini medico condotto e traduttore di S. Agostino 533
governatore Battistoni di Coriano, dalla quale Balza chiaro che delle testimo­nianze dei magistrati locali non si era fatto alcun conto uè a Forlì né a Bologna, dove si continuava a considerare il Farmi una pecora nera.
N. 7015. Legazione di Forlì. Al S.r Governatore di Coriano
M.to e IU.re Signore Forlì, 18 settembre 1834
La Magistratura di Montescudolo chiese schiarimento sul perché il D.r Luigi Farìni non fosse compreso nel novero di quelli che possono aspirare a quella medica condotta; ed in seguito del favorevole rapporto di V. S. N. 530, sottoposi la ricerca a monsignor Pro-Commissario, pregandolo di riscontro.
Mi dice egli nel suo riverito foglio 13 corr.e che il non averlo compreso fra quelli che potevano aspirare a vacante impiego abbastanza dimostra che dovea esserne escluso. E poiché la Magistratura anzidetta desidera conoscere i motivi che indussero il Governo alla esclusione, mi aggiunge il lodato Monsignore che, essendo stato il Farmi settario e molto pregiudicato, dovrà fare mostra migliore di sé, prima di ottenere la confidenza del governo. Potrà fornire V. S. un tale discarico alla Co­munale Rappresentanza di Montescudolo per sua regola e direzione.
Passo a confermarmi con distinta stima Obbl.mo Servitore
Paulucci de* Calboli. -9
Tutti i passi effettuati dal Farini e dai suoi protettori nei mesi seguenti per indurre i supremi moderatori delle Legazioni a recedere dalla loro opposizione furono inutili; il pro-commissario mons. Lucciardi, rispondendo il 25 novembre alle sollecitazioni degli amministratori di Montescudo, tagliava corto: constando al Governo essere [il Farmi] settaro (sic) e molto pregiudicato rendeasi neces­sario che desse maggior saggio di sé, prima di ottenere la confidenza dal Governo stesso . 2'J
Di fronte a queste parole che equivalevano a wi fin de non recevoir, al me­dico di Russi non restava altra via di uscita che partire da Montescudo per più propizi lidi, non certo compresi entro i limiti degli Stati della Chiesa, che dap­pertutto nell'ambito delle Legazioni avrebbe incontrato la stessa preconcetta opposizione. Ma per varie ragioni la permanenza nel borgo montano si sarebbe protratta per altri sette mesi, e lassù l'avrebbe raggiunto il tragico annuncio dell'assassinio dello zio e maestro Domenico Antonio pugnalato nella tarda sera del 31 dicembre 1834 e deceduto la mattina seguente.3)
Benché il Farini sapesse che avrebbe dovuto lasciare le popolazioni di Mon­tescudo e Monte Colombo, non appena il vincitore del concorso avesse deciso di prendere possesso della condotta, non attenuò il suo impegno di medico solerte e professionalmente preparato. Quando, il 5 maggio 1835, si deciderà a presentare alle magistrature dei due comuni le lettere di dimissione, il rimpianto per doverlo
*) Ravenna, Biblioteca Clasuensc, Carte Farini, Invent. Cortesi n. 2269.
2) A. MESSEDAGLIA, op. cit., p. 49.
*) Su D. A. Farini la bibliografia è troppo ricca, per accennarne anche sommaria­mente in questa sede. Ricorderemo solo L. RAVA, il Maestro di un Dittatore, D. A. Farini, Soma 1899.