Rassegna storica del Risorgimento

FARINI LUIGI CARLO
anno <1965>   pagina <539>
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L, C. Farini medico condotto e traduttore di S. Agostino 539
Luigi Carlo, che in tante manifestazioni della sua vita amò ricalcare le orme del congiunto, allorché si trattò di offrire, secondo le consuetudini del tempo, un omaggio letterario a un giovane prete che saliva per la prima volta l'altare e ad un predicatore già avanti negli anniue di una certa rinomanza, non volle allontanarsi dal suo esempio; e anziché comporre una coppia di sonetti, preferi tradurre due altri sermoni di Sant'Agostino: il IL De pace, e il XXXI: De fallacia mundi et eius detestati onc propter trio mala quae in eo sunt. (o, come altri l'intito­lano. De vanitale et superbia). l) Diremo più avanti dei due sacerdoti cui i sermoni furono dedicati, l'uno don Luigi Zanzi stretto congiunto del Farini, l'altro don Benedetto Corbucci predicatore efficace di avventi, quaresimali, corsi di missione nella prima metà dell'Ottocento.
Fochi, negli anni immediatamente seguenti alla morte del Farmi, ebbero notizia delle due traduzioni, ed era stata una lettera del Farini stesso ad Eu­genio Alberi a metterli sull'avviso. Suonava la lettera, datata al 6 maggio 1845: Riceverai... due versioni de* Sermoni di Sant'Agostino, una delle quali fu stampata l'anno scorso, e l'altra di recente. Sono puerilità, ma fra gli amici tutto è lecito, e perciò mi fo ardito di mandartele, perchè in un'ora d'ozio le legga .z) Ma Giuseppe Badiali, dopo avere inutilmente cercato nelle biblioteche di Romagna copia delle versioni, doveva amaramente concludere: In Romagna, dove tutto si perde, non mi è stato possibile rinvenire que' due opuscolettì >>..3) Ad analoga conclusione doveva giungere trentatre anni dopo Tommaso Casini, il quale per altro si chiedeva acutamente le ragioni della scelta: Di questi ser­moni volgarizzati da Luigi Carlo nessuno, ch'io sappia, ha fatto menzione, e sarebbero da ricercare, per vedere se si trattasse di un vero esercizio letterario, o se vi si celasse qualche intento patriottico; e aggiungeva che un intento di tal genere aveva avuto dodici anni prima Domenico Antonio, allorché aveva pubblicato a Lugo i sermoni di cui abbiamo avuto occasione di parlare.4)
Più fortunato, ma assai meno perspicace dovette rivelarsi nel 1914 Luig* Messedaglia, il quale dopo aver affermato di essere arrivato ad avere notizia'
a di nostri nella sua Gerarchia. Voi intanto (flens dico) non Isocrate che Roma vi mandi un altro Bonsignori. La mitra è in oggi serbata ai soli missionari.
Conservatemi la vostra amicizia, e credetemi Vostro Affano Amico Cesare Montarti.
Il letterato ceenatc parla con la bocca amara, e ne aveva la ragione, obbligato com'era a vivere lontano dalia sua città, dopo di essere stato privato della cattedra ed allontanato dall'incarico di segretario comunale. Ma il dissenso in quel torno di tempo in Romagna era universale, di fronte alle misure che gli organi di governo prendevano per domare lo spirito di ribellione che covava per ogni dove. Ed anche In pacata pro­testa dei letterati celebranti il Bonsignore veniva condannata, inserendo nell'Indice dei libri proibiti Commentarti (Decisione del 4 marzo 1828).
*) I due opuscoli recanti i volgarizzamenti, editi da Marsoner e Grandi di Rimila rispetti varoen te nel 1834 e 1835, sono stati illustrati nelle loro caratteristi che esteriori da A. MESSEDAGMA, op. cU., pp* 66-08 e da P. ZAMA, op. ck, p. 67, per coi rinviamo fl lettore a quelle opere; per contro ci riserviamo di illustrare ampiamente nel corso del­l'indagine e le ragioni dulia scelta, e le caratteristiche intimo dei due sermoni, sui quali argomenti sia il Messedaglia, sia lo Zama hanno taciuto.
*) Epistolario cit., voi. I, p. 21.
*). G. BAMAM, C. Farini, Ravenna, 1878, p. 18.
*) T. CASINI, Per la biografia ài L. C. Farini, Firenze, 1911, p. 22 (Estratto dall'/ir-elùvio ttorico Italiano, 1911, dispensa IV).