Rassegna storica del Risorgimento
FARINI LUIGI CARLO
anno
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1965
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pagina
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543
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L. C. Farini medico condotto traduttore di S. Agostino 543
Un prete ecsenate liberaleggiante, discreto letterato e buon, amico del conto Eduardo Fabbri e dell'abate Cesare Montalti, don Giovanni Guazzetti, polemizzando col confratello don Tobia Ragonesi, legato a doppia mandata col partito dei sanfedisti e fiduciario per Binimi e Cesena delle Memorie di Religione, gli indirizzava una volta queste amare parole: Odiare e perseguitare gli uomini per amor di Dio, è una dottrina nuova.1) Ebbene, Patteggiamento di molti membri del clero romagnolo, nel tempo della permanenza del farmi a Monte-scudo, era appunto quello rimproverato da don Guazzetti a don Ragonesi: odiare e perseguitare gli uomini per amor di Dio !
Ecco qui la ragione della scelta dell'agostiniano Sermo de pace: il giovane medico, che non poteva non conoscere i contrasti che dilaniavano i preti romagnoli e che, giungendo a Montescudo, aveva sicuramente appreso i particolari della morte, avvenuta Panno prima, di don Alessandro Berardi <c segno di molta invidia e di pietà profonda , offre al cugino don Zanzi in lettura un testo che ogni sacerdote avrebbe dovuto considerare quale breviario di vita cristiana.
Ne arrechi meraviglia il rilevare nel laico Farini l'esistenza di questa preoccupazione parenetica! Egli, ripetiamo, ne aveva constatato l'esistenza nello zio Domenico Antonio, il quale, vissuto sino ai venti anni in seminario, allontanandosene, non aveva ripudiato gli ideali religiosi e l'ansia di proselitismo. E questa un po' la caratteristica di tutti coloro che, poco o molto, hanno soggiornato in un istituto ecclesiastico. Anche per questa ragione aveva subito sintonizzato con mons. Bonsignore, il vescovo giansenizzante amico del Degola, del Tosi, del Manzoni, alla cui sposa Enrichctta aveva ini partito il sacramento della cresima ! I Commentarvi di cui abbiamo parlato, dettati da lui, sono soprattutto l'esaltazione di un tipo di sacerdote cresciuto in altra temperie spirituale, quella dominante nella Lombardia dell'ultimo Settecento, e quindi diversissima dall'atmosfera asfittica delle diocesi romagnole negli anni della Restaurazione. Il Nostro, nella scia dello zio, volgarizzando i sermoni dell'Ipponcse, vuole quasi offrire i connotati del prete ideale, di cui in Romagna si è perso il seme, ammesso che in passato se ne sia conosciuta la pianta. Altro che stampe d'occasione, e nulla più , come opina il Messedaglia.
Se del sermone sulla pace si leggono alcuni squarci e si stabilisce un parallelo fra la situazione ideale, tratteggiata da Agostino, e la realtà effettuale dei giorni in cui il Farini vive, l'antitesi risulta perfetta. ... Colui il quale non ha la pace nel cuore, ne' sermoni e nelle opere, colui non deve buon cristiano appellarsi. E chi in essa non fonda le buone speranze, mal ferma il piede, caccia in balìa del caso la vita, la navicella nella tempesta, se medesimo nella fossa del precipizio, e viene consegnando semi alla sterile arena ... 0 pace, senza te i regi non regnano, senza te crollano i troni, senza te sono di niun profitto il digiuno,
J) Sul conto di don Guazzetti, prete di spiriti liberali e compilatore di versi in lingua greca, latina e italiana, abbiamo raccolto in più di un archivio ricca messe di notizie Privato per ragioni politiche della parrocchia e costretto dalle contingenze a vivere vicino a don Tobia Ragoncai (nn'ipretc di Gambettala, intimo di don Baraldi, di cui finanziava le intraprese e a cui forniva ogni possibile notizia sulla situazione politico-religiosa deQa Romagna), ebbe con lui: accesi contrasti. Molte sue lettere trovane! d l'Archivio Vescovile di Cesena, filza Gambettala. La Frase citata, tratta da una lettora del Guazzetti al Ragonesi, datata: 16 novembre 1832, trovasi a f.o 175.