Rassegna storica del Risorgimento

FARINI LUIGI CARLO
anno <1965>   pagina <555>
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L. C. Farlni medico condotto a traduttore di S, Agostino 555
mi farò a risponderò quello che mi suggerirà la coscienza. Avviso però fin d'ora, che qui in mezzo ad un gran bisogno, mi trovo anche in una grande scarsezza di soggetti idonei a dispensare la Divina Parola, e però non vorrei defraudare le anime della mia Diocesi di quel bene spirituale, che sono strettamente obbligato di procurar loro con tutto l'im­pegno.
Profitto intanto di questo incontro, per raccomandarmi alle sue orazioni e per rin­novarmi con sentimenti di vera stima
Obb.mo S.xe
Vincenzo M.a Ves. di M.ta e T.o
H padre Giuseppe Maria Albini, al secolo Guglielmo, oriundo di Saludecio (Forlì), nella sua fanciullezza era stato ospite del collegio S. Luigi di Bologna, diretto dai PP. Barnabiti, avendo a condiscepolo nelle scuole della benemerita Congregazione Alessandro Gavazzi (1809-1889) e conoscendovi anche il di poco più anziano Ugo Bassi (1801-1849). Benché sentisse l'inclinazione ad abbracciare la vita religiosa, preferì abbandonare il .collegio, per seguire i corsi di legge prima a Bologna, poi a Roma. Conseguita la laurea, anziché dedicarsi all'esercizio della professione forense, s'impegnò a fondo nell'attività politica. Secatosi in Francia nel giugno 1830, prese contatto coi liberali, fu testimone delle vicende della Rivoluzione di Luglio, e tornò in Italia, portatore a Bologna e nelle Romagne delle istruzioni per i moti che avrebbero messo in agitazione i territori delle Legazioni nei primi mesi del '31. Ma l'attività politica dell'Albini ebbe termine con questa sua non ancora abbastanza chiarita partecipazione ai moti di quel fatidico anno. L'inclinazione alla vita religiosa riaffiorò insistente, soprattutto sotto l'influsso di don Benedetto Corbucci, che agli Albini era stretto da vincoli di parentela acquisita. Cosi nel 1836 entrò nella Congregazione Barnabitica, nella quale coprì mansioni importantis­sime, sino a divenirne nel 1871 Proposito Generale.
Rettore dal 1847 del Collegio San Luigi a Bologna, ebbe nell'estate del '49 il doppio dolore di sapere fucilato dagli Austriaci p. Ugo Bassi e avviato verso l'abbandono del cattolicesimo p. Alessandro Gavazzi. (Su p. Albini cfr. G. ALBINI, Gli Albini di Saludecio nei ricordi di un nonagenario. Rimidi, 1934, passim, e G. M. DE ANDREIS, Elogio Fu­nebre del Padre Reverendissimo D. Giuseppe Maria Albini, Prop. Generale dei PP. Barna­biti, Bologna, 1877).
Ed ecco la lettera dell'Albini al suo moderatore spirituale,, scritta poco tempo dopo il suo ingresso in religione; per molte ragioni essa è un documento singolare di un tipo di religiosità che fiori in Italia negli armi in cui il processo risorgimentale stava prendendo il suo decisivo avvio; religiosità che meriterebbe di essere indagata con più attento rispetto per capire a fondo la temperie spirituale del Romanticismo. Nell'Ordine Barnabitico, sia pure con le riserve avanzate da L. Santini in Alessandro Gavazzi, Modena, 1955, pa­gine 1314, si era infiltrato uno spirito singolare di patria e libertà (M. Mingketti, Miei Ricordi, Torino, 1888, p. 6); ed è sintomatico che don Corbucci indirizzasse il ven­tottenne avvocato a quella famiglia religiosa:
Stim.o Sig.r Arcip.e, Roma, S. Carlo a' Catinari, 4 ottobre 1836
Il S.r Can.o Tonti mi disse, giorni sono, che Ella gli richiese mie notizie. Quantunque pertanto mi figuri ch'egli le avrà già risposto, nondimeno ho pensato di dargliele io stesso, supponendo che Ella le gradirà per la benevolenza che ha sempre dimostrato verso di me e verso lo cose mie. Io dunque Bono ancora a Roma, stante la proibizione de' passaporti per Napoli. Questo è un castigo che giustamente il Signoro mi manda, per la mia pigrezza nel partire dalla famiglia. Io debbo umiliarmi, e dlrc:t ustus es, Domine, et rectum ùtdì-cium irirmi. Ma in pari tempo debbo senza fino ringraziarlo, perchè quantunque io non abbia indossato il sacro abito, tuttavia io sono nelle braccia della mia cara Congregazione; come accettato, io giù partecipo di tutto il bene, che per grazia di Dio ai fa in essa: assisto