Rassegna storica del Risorgimento
FARINI LUIGI CARLO
anno
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1965
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pagina
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556
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556
Ronwlo Comandila
coi Padri alle orazioni comuni, mi assido olla lóro mensa, e sono totalmente diretto da loro sì nello spirito dio nel resto. Ho avuto una piccola malattìa, che mi ha trattenuto tre giorni e mezzo nel letto, e sono stato assistito con una carità, ohe nulla più.
Insomma, se io muoio prima di poter partire pel noviziato, muoio nel seno della Con? gregazione e fra le braccia de* Barnabiti; e questa non è certo una pìccola grazia che mi ha fatto il Signoro
Sia dunque eternamente ringraziata la sua infinita misericordia, e sia lode ed onore a Maria SS.ma, che mi ha ottenuto questa grazia.
Non si dimentichi Sila pure di ringraziare Iddio e la Divina Madre per me, giacché io sono tanto miserabile ed ingrato alla Divina Bontà, che ho bisogno dell'altrui aiuto per corrispondere in qualche modo a tanti benefici.
Spererei (umanamente parlando) che presto si dovesse riaprire la comunicazione col Regno di Napoli: io sto in qualche angustia, perchè la mia salute (a dirla in confidenza con Lei) era assai migliore un paio di mesi fa. Ci vuol pazienza. Ripeto che il Signore ha fatto abbastanza per me. Nondimeno io so Che i tesori della sua pietà sono immensi, e quindi voglio sperare che Egli voglia compire quell'opera che Egli solo, sì, Egli solo ha incominciato. Lo preghi dunque anche per la mia sanità, se ciò è a sua gloria.
Prima che il S.r Odoardo partisse per Civitavecchia, venne gentilmente a salutarmi, e mi portò anche i saluti della sua santa sorella, che mi furono graditissimi. Durante il suo soggiorno in Roma, egli è venuto parecchie volte a S. Carlo, procurandomi così il bene di passare qualche ora nella sua ottima compagnia. Egli partì colla massima indifferenza di lasciare la Capitale, come appunto dee fare un vero militare.
Desidererei di sapere se le è pervenuto un libretto intitolato GesiY al cuore del dinotò di Maria, che le spedii per mezzo del Fornaro, onde ne facesse un dono alla mia cugina Morosi.
Sento che le Missioni sono state aggiornate, stanti i rumori del cholera. Questo malanno, senza penetrare in codeste parti, ha di già prodotto un danno notabile, col far differire la parola di Dio. M'immagino che fino a primavera non vi sarà altro di nuovo, se pure anche in quell'epoca non sarà in giro la stessa paura del flagello. A me invece sarebbe sembrata un'ottima circostanza quella di profittare dell'agitazione e paura del popolo, per ricordargli le verità della Fede.
Attendo un suo riscontro, in cui mi dia sue nuove e quelle del suo nipote S.r D. Domenico e S.r D.r Pietro, che mi riverirà distintamente.
Di nuovo mi raccomando alle sue sante orazioni, e baciandole le mani, colla massima stima e riconoscenza mi rinnovo
di Lei, Pregano S.r Arciprete Dev.mo Ohb.mo Servitore Gugl.o Albini
I personaggi ricordati nella lettera appartengono tutti alla famiglia Corbucci; Odoardo Corbucci (18131898) è l'ufficiale dell'armata pontificia che si distinguerà, agli ordini del Pùnodau, uclla. giornata di ifostelfidardo.
OR autografi delle lettere di mons, Strombi e di p. Albini sono in ìiostao possesso,