Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA RELAZIONI CON LA GRAN BRETAGNA 1859; GRAN BRETAGNA RELA
anno <1965>   pagina <575>
immagine non disponibile

La questione italiana nei rapporti anglo-austriaci del 1859 575
da Torino. *> A Torino telegrafa raccomandando di prevenire il passo austriaco con l'accettazione del disarmo; a Buoi scrive presentandogli una nuova variante delle proposte precedenti: disarmo contemporaneo dell'Austria, della Francia e della Sardegna prima del congresso e intervento di tutti gli Stati italiani dopo l'inizio delle trattative, oome a Lubiana nel 1821.2)
Ma i suoi sforzi non valgono più a far ritornare l'Austria sulle proprie deci­sioni. Nella conferenza ministeriale del 6 aprile il gabinetto imperiale è unaninic nel parere ohe sia inconciliabile con l'onore e con la dignità della Monarchia tollerare più oltre l'atteggiamento offensivo del Piemonte e che l'Austria debba agire energicamente, affrontando anche il rischio di sembrare l'aggressore agli occhi del mondo. La Francia e la Sardegna, i veri responsabili di quanto sta avvenendo spiega Buoi devono evitare quest'apparenza: l'Austria, che difende solo i suoi legittimi diritti, non ne ha bisogno. In una successiva confe­renza del 19 aprile giorno in culla Sardegna diede la sua adesione al disarmo il ministro degli esteri propone l'invio immediato dell'ultimatum a Torino. E adduce un motivo che rivela la ferma decisione dell'Austria a ricorrere comunque all'uso della forza: se si tardasse, avverte, all'Austria potrebbe non rimanere altro pretesto per giustificare il suo passo che la pretesa della Sardegna a parte­cipare al congresso.3) Accenna al sacrificio materiale che comporta il manteni­mento dell'esercito sul piede di guerra, e quindi all'urgenza di una qualche so­luzione, anche se dovesse portare alla guerra. E la sera stessa l'ultimatum parte, per essere consegnato a Cavour il 23 aprile.
LA notizia arriva a Londra il 21 aprile e suscita un'ondata di indignazione. La stampa reagisce violentemente, e lo stesso ministro degli esteri esce dalla sua impassibile correttezza fino a rammaricarsi che la Francia non sia ancora preparata militarmente.4) In un colloquio agitato con Apponyi, egli dà sfogo alla sua viva contrarietà,5)
Je ne Va.vaisjam.ais vu racconta il diplomatico si agite et impressione, H me recut en me disant quHl ne trouvait pas d'expressions assez fortes potar me dire le regret et la dSsapprobalion que la démarche que nous venions de faire inspi­rati, au Gouvernement Anglais. Nous avions quitte une position excellente pour nous meltre complètement dans notre tort; nous venions de commettre une erreur politique des plus graves; tout le monde nous blàmerait; nous nous trouverions iso-lés en Europe, et quant à VAngleterre topinion publique serait unanime pour condamner notre conduite. Dans le conseil du Cabinet qui venait d'ette tenu, l'indi-
*) Malmesbury a Gowley, 16 aprile, OC, p. 306, v. LEV, op. cit., p. 52. Ad Appo-jiyi, che gli ha trasmesso l'ultima proposta austriaca come dernicr mot del suo gover­no, il ministro inglese osserva con amarezza: je crois que je finirai par dire aussi bien-tot le miai et par me retirer de toute cettc affaire, car il y a de quoi perdre toute patience et tout courage . Apponyi a Buoi, 17 aprile, N. 38 A-C, SA.
2) Mahucsbury a Loftusv 18 aprile, OC, p. 323; VALSECCHI, op. cit., p. 80.
*) F. ENCEfc-jAfTOi, Lr ultimatum austriaco del 185 Roma, Istituto per la storia de Risorgimento, 1938, p. 102. Influisce sullo decisioni del governo anche la difficile situazione economica della Monarchia, il cui bilancio segnava allora un passivo di 60 milioni* Xbid., p. 92.
4) Massimo d'Azeglio u Cavour, 21 aprile, Cai, p. 3.16.
*7 Apponyi a Buoi, 23 aprilo, N. 43 A-F (minuta autografa), ABN.