Rassegna storica del Risorgimento
BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno
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1965
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Emilio Costa
Re. I ministri son tutti quali il pubblico li giudica, infingardi, nulli e servi. Unica eccezione è Siccurdi che trovasi in mente lucida, versine di concezioni polìtiche, franco e forte nelle sue convinzioni contro la bottega. A voce li confiderò alcune cose, quando sarà prorogata la Camera... Ieri feci una mozione per le armi speciali della Guardia Nazionale di Genova. Vedrò se l'eccitamento muoverà la commissione a riferire la petizione già dichiarata antecedentemente d'urgenza. Nel caso, io son disposto a ricordate le bombe, gli stupri, ed i saccheggi; e così gittare nella Camera un nembo di fiori sul capo del ministro La Mormora. L'11 agosto 1859. appena uscito dalla sala dei Cinquecento in Firenze, dove il governo con un forbito discorso di Bettino Ricasoli aveva aperto solennemente l'assemblea, l'Aspro ni, riferendo su quella circostanza, e illustrando alcuni aspetti della situazione politica intorno alla Toscana e alle Legazioni sottolinea la propria fiducia nel barone toscano, indica la necessità di ima lega offensiva e difensiva tra i Ducati, e vede in Garibaldi il dittatore più adatto per quelle regioni; pensa che il danno di Villafranca possa essere compensato da un'azione rivoluzionaria, proveniente dall'Italia centrale e capace di debellare l'Austria. Dal Palazzo Vecchio in tutta pompa egli scrive governo e deputati si sono recati al Duomo a suon di campane e di musica militare. Fatte le preci d'uso è- stata inaugurata t'assemblea. Dappertutto fragorosi applausi e tranquillità ammirabile. Contro la dinastia austriaca Podio è profondo e comune alle genti d'ogni ceto e classe, che è impossibile immaginarlo da lontano. I ritratti di Vittorio Emanuele e le etichette con la inscrizione a Io lo acclamo nostro re, sono in ogni angolo, sulle poste e affissi a tutte le vetture pubbliche. L'entusiasmo per la fusione al Piemonte è così universale, potente, fondato sulle coscienze, che all'Assemblea reputo impossibile di votare in altro senso. Tutto questo è bene, ma nella parte più essenziale, havvi inerzia, direi torpore, inescusabile. Inebbriati di questa quiete e di questa concordia, non pensano ad armare il paese e a provvedere una pronta ed estesa organizzazione militare. Di tutti gli uomini che sono al governo, l'unico che abbia energia e mente capace di risoluzioni vigorose è Bettino Rìcasoli. Gli altri sono vanerelli e mal-visi. che non valgono una presa di tabacco. Il popolo vorrebbe secondare gli istinti di armamento e di gloria militare, ma è evirato da tanti lustri di placida e dolce servitù. Diresti che la razza che operò miracoli sotto il prode Giovanni delle Bande Nere sia spenta tutta con Frati.co Ferrucci in Gavinana.
Ulloa è a Modena. I Piemontesi gli fanno guerra aperta e implacabile. Dicono di lui cose incredibili. Io mi astengo da ogni giudizio. Se l'avessi trovato qui gli avrei schiettamente esposto tutto il carico che fanno alla sua vanità e fiacchezza, ed egli, ne son certo, mi avrebbe aperto il cuore. Vedo però che si sostiene malgrado tante invereconde insidie. In Bologna è alla dittatura Lionetto Cipriani, uomo capace di qualunque partito estremo, ma puramente costituzionale. Io crederei che avrebbero operato da senno stringendo una lega offensiva e difensiva tra i Ducati. La Toscana e le Legazioni eleggendo un solo dittatore Garibaldi, galvanizzerebbe gli animi! ma io non so a quale nome rivolgermi per insinuare il richiamo di lui al comando generale. Profitto di qualunque occasione mi si offra... La Italia centrale è in situazione di riparare il danno di Villa/ranca. La rivoluzione potrebbe da questo cuore dell'Italia diffondersi onnipotente su tutta la penisola, schiacciare l'Austria, e forse avvolgere la Francia che è contentissima della pace e metter in apprensione Luigi lì on aporie.
Giuseppe Avezzana, ricordando il Suo periodo genovese del 1849, scriveva al Ceiosia il 15 dicembre 1854 da New York: Il caso che e1 ha uniti in amicìzia