Rassegna storica del Risorgimento

BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno <1965>   pagina <597>
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Le Carte di Emanuele Celesta 597
Nel febbraio del 1849 BroiTerio restò isolato nel circolo politico di Torino, per la sua interpretazione della Costituente Italiana, che corrispondeva a quella dei democratici repubblicani genovesi, i quali sostenevano il progetto mon-tanclliano. BroiTerio fu minacciato, impiccato in effigie; il Circolo Italiano di Genova lo aveva confortato nominandolo suo presidente onorario. È estre­mamente interessante una lettera, in cui il leader dell'estrema sinistra parla­mentare accenna alla situazione politica subalpina dopo la caduta di Gioberti, e alle sue ultime sventure.
Amico car.mo. Torino, 24 febbraio 1849.
Grazie tante e tantissime per le vostre parole di conforto, che furono un balsa* mo al cuor mio. E questo il primo giorno in cui sono lasciato in pace; ma però sono costretto a uscire dalla Camera per una porta segreta; e di notte sono tenuto in assedio nella mia propria casa. E guardate là quello che si guadagna in Torino a servir la causa della libertà italiana. Per buona sorte die c'è Genova ! Oh, dite ai vostri concittadini che sarà eterna nel mio animo la rimembranza delle fraterne assistenze ! Ma badate bene chHo parlo dei Genovesi di Genova, non di quelli di Torino e specialmente di quelli della Camera !
Ora che Gioberti è caduto, tutti si agitano per raccoglierne le spoglie, e quei miserabili che strisciavano al suo piede, ora si danno aria di vincitori e si usur­pano il trionfo ! Quanto è schifoso il mondo della polìtica ! Che se ne dice a Geno­va del nuovo ministro m[archese Colli ? E fratello di Pinelli e di Cavour e bene sta al ministero democratico.
I casi si fanno di giorno in giorno più, gravi e gli uomini diventano di giorno in giorno più, impotenti l Povera Italia ! Salutate Accame, e ditegli che lo ringra­zio della sua nota. Salutate Pellegrini e ditegli che son giunti jeri dalla Cassazione gli atti di Torre, che io esaminerò domani. Salute e fraternità l Perchè da tanto tempo è silenziosa la voce del porto della Liguria ? Il vostro
A. Br offe rio
P. S. 25. Corre voce che oggi avremo a sostenere alla Camera (dove abbiamo una seduta straordinaria per la Guardia Naz.le che sarà pessima) una terribile sommossa.
In questo momento, mio figlio deWetà di 9 anni viene a casa dalla congrega­zione inseguito da qualche centinaio di scolari, che gridano Morte a Br offerì o . Dovettero correre le guardie a salvare il povero ragazzo, il quale, come suo padre, non mostrò il più lieve turbamento.
A tergo: All'Egregio. Il Sig. Emanuele Ceiosia. Genova.
H 29 giugno 1849, tenendo al corrente l'amico intorno all'atmosfera psi­cologicopolitica di Torino, annotava: La nostra città codineggia al suo solito e fa schifo; tuttavia fra la viltà universale si palesa una forte opposizione che va di giorno in giorno concentrandosi; e vedrete la Camera. Il 21 agosto sottolinea­va con sdegno la debolezza del governo piemontese e le sfortune della rivolu­zione italiana: Vi scrivo coir ani ma contristata. Povera Italia t Ahi gli uomini sona davvero una ma mira di armenti e meritano le sorti che hanno. Un riflesso del suo anticavourismo è contenuto in una lettera del 20 maggio 1851: Se un giorno o t'altro sentirete a dire ckéì Piemontesi hanno divinizzato il conte Cavour,