Rassegna storica del Risorgimento

BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno <1965>   pagina <602>
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Emilio Costa
qualche settimana, di confortargli la vita. Se il valente amico vostro non fu posto in prigione, fu un vero miracolo, eh*ai deve alla molta riputazione ed air im­mensa popolarità di cui gode in tutto il Piemonte: è però ancora sotto processo come imputato di discorsi sediziosi e di eccitamenti sovversivi dell'ordine pub­blico; a un bel ci rea ristarla di Guerrazzi. Per fortuna che l'accusa fu troppo assurda, onde V'obbrobrio già comincia a cadere sul capo dei calunniatori, nel mentre che il calunniato riceve ogni giorno le più luminose testimonianze della pubblica stima ed affezione. La necessità di combattere il ministero Gioberti, e di raffor­zare la politica democratica brofferiana, offrono nuovamente l'occasione al Macelli di scrivere all'amico genovese:
Coro Celesta. Tor[ina}, 19 febbraio 1849.
Vedi bene che il Popolo Sovrano è Viatico giornale di Torino che propugni francamente e nettamente i nostri principii, più o meno bene che il faccia. Ma Gioberti* finora, è per anco in toni'auge in questo feudalissimo Piemonte che puoi immaginarti come sia accolto il periodico che osa rifiutarsi di piegare la testa di­nanzi all'idolo grottesco. Questo paese, pur troppo, è degnissimo dei gesuiti che l'hanno fin qui governato, onde essendo dispersi gli antichi, nessuna meraviglia che ora presti un culto così stolido e cieco al gesuita moderno.
Ma io credo die a togliere il paese di tanta stupidità, possa giovare non poco il nuovo periodico e davvero mi dorrebbe profondamente all'animo se esso, per mancanza di mezzi, dovesse cessare dal venire in luce.
E, pur troppo* temo die se non gli viene qualche soccorso di abbonati .dalla Liguria, tra pochi giorni esso sarà morto. Ond'ò ch'io mi rivolgo al caldo tuo patriot­tismo perchè, di conserva cogli amici communi, faccia di raccogliere qualche po' di danaro per questo nostro giornaletto. Sarebbe davvero una maledizione per VItalia se s'avesse da lasciar perire,per mancanza di sussistenza, niente meno che il Popolo Sovrano.
Brofferio saluta te, Pellegrini, e gli altri prodi amici nostri: di fretta, ma col meglio dell'animo, io ti abbraccio, e pregandoti di ricordarci al tuo buon Carlo* mi protesto a tutte prove aff.mo tuo Mauro Macchi
Pochi giorni dopo, per mancanza di mezzi, il giornale brofferiano-democra-tico cessava. L'opinione pubblica, sconcertata dalla caduta di Gioberti, sperava comunque in un proficuo rimpasto ministeriale; Brofferio aveva anche perduto credito nella Camera negli ultimi giorni. H 4 marzo 1849, riferendo sulla cessa* zione del giornale, il Macchi puntualizzava ancora sulla situazione politica subai* pina: / reazionaria continuano colle loro mene per ricondurre Gioberti al potere, ma non vi riesciranno, spero. Contro questo perfido intento io Ilo già consacrato tre delle mie lezioni politicopopolari, agli operaj e non senza frutto. Ora sto scri­vendo un libretto sulla politica di Gioberti, y per mostrare quanto esso sia stato
') La politica di Vincenzo Gioberti, Torino, F. 6. Cri veli a ri, 18'19, in 8. Fu pubbli­cata anonima. XI Macchi fu tino tra i pia vivaci scrittori politici avverai al Gioberti. Ebbe vasta risonanza il suo volume Le. contraddizioni di Vincenzo Gioberti. Osservazioni critiche sull'opera Del rinnovamento civile , Torino, Lib. Patria Ed itr., 1852, in 8, pp. 372, nella quale svolgeva una urinili. analisi del pensiero e dell'attività politica del Gioberti. È documento fondamentale per comprendere la linea politico-polemica della sinistra democràtica.