Rassegna storica del Risorgimento
BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno
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1965
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pagina
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606
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606 Emilio Costa
Ma quel sangue, intendiamo bene, deve essere straniero, perchè questo ci affoga l'indipendenza e la Uberto, e noi vogliamo respirare liberamente.
Vedrai nella prossima gazzetta di Genova un artìcolo sulla Pace segnato da una X. TV prego a considerarlo. Intanto sta sano, scrivimi sovente; e sovratutto contìnua ad amare il tuo svisceratissimo Q IWasrn
A tergo: Al Chiarissimo S.r Avv. Emanuele Ceiosia. Genova,
Vincenzo Ricci, il 1 aprile 1851, da Torino confidava al Celesia la sua sfiducia nella politica azegliana ed affermava: Può disputarsi sul determinarne Vepoca più o meno vicina, ma uno sconquasso è inevitabile in Francia, e di là si stenderà per tutta Europa. Ora, che abbiamo noi fatto in questi due anni di pace vergognosa, se vuoisi, ma inevitabile ? Non abbiamo né ordinate le cose interne, nò ci siamo risolutamente preparati alla nuova e decisiva lotta. Se il governo si fosse persuaso che la bandiera tricolore non è un pezzo di tela, ma un simbolo e fosse fedele e propugnatore delle idee che racchiude il nostro paese, poteva prendere l'iniziativa e la direzione della causa italiana. Ma Azeglio si contenta di direi abbiamo vissuto finora e vivremo ancora un poco.
Il magistrato e uomo politico cagliaritano Giovanni Siotto Pintor *) l'8 settembre 1848 da Cagliari esprimeva al Celesia il proprio dolore per le sventure d'Italia, nia non disperava della salute della patria: Io veggo rianimate le speranze vostre, io sento rialzarsi le mie, io non dispero della salute di questa primissima tra le umane famiglie. Ma, per Dio ! guerra d'insurrezione si faccia, e il nostro esercito non sia guidato da teste di giumenti. Sono ora due quistioni affatto diverse: Vuna e l'indipendenza d'Italia, il cui contrario mi sembra del tutto impossibile, Coltra è il regno dell'alta Italia. Io dubito di quest'ultimo, senza del quale l'indipendenza è sogno, e se pure è un vero, non durerà. Non riferisco intorno alle cinque lettere di Lorenzo Valerio al Celesia, le quali, per mezzo del prof. Narciso Nada sono state trasmesse in copia alla Biblioteca della Provincia di Torino (nella quale sono custodite le carte valeriane) a disposizione della commissione incaricata di curare la pubblicazione dei carteggi dell'uomo politico e giornalista torinese, del quale ricorre quest'anno il centenario della morte.
EMILIO COSTÌ
*) Giovanni Siotto Pintor (Cagliari 1805-Torino 1882) fu autore di studi giuridici e storici, specialmente sulla Sardegna. Militò nel gruppo parlamentare d'opposizione* fu senatore dal 1861. Fra le sue molte opere ricordiamo: Storia civile dei popoli sardi dal 1798 al 1848, Le riforme in Sardegna, Vita nuova, Degli ufficii dei magistrati e detta virtà crocio.