Rassegna storica del Risorgimento
BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno
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1965
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pagina
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619
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Libri e periodici 619
tentativo per far evadere Federico Coofalomeri dallo Spielberg e sul 1831 nell'insieme dei suoi aspetti e problemi (vM per le citazioni, p. Vili dell'introduzione ai due volumi della corrispondenza).
Queste utilizzazioni parziali ed a fini, per così dire, settoriali, lungi dall'oscurare l'importanza complessiva del carteggio, valsero ad acuire vieppiù l'esigenza della pubblicazione integrale avvertita e rimasta inappagata da circa mezzo secolo. Di qui la particolare meritorietù dell'altrettanto improba, quanto amorevole fatica portata a termine nel 1962 dal paziente curatore di questa attesa edizione ospitata nella Biblioteca Scientifica dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. Se per sottolineare le difficoltà e gli ostacoli dell'opera del Van Nuffel è sufficiente ricordare il gran numero di professori, bibliotecari e archivisti invitati a collaborare, la vasta bibliografia consultata (e citata nelle pagine XXVH-XXX), il travaglio della decifrazione degli autografi (testimoniato dalle sette pagine di errata corrige aggiunte al 2 volume) ed il cospicuo apparato di note integrative ed esplicative di un testo purtroppo ancora punteggiato di interro gativi, per sottolineare l'utilità del servizio reso dallo studioso belga alla cultura italiana è opportuno svolgere un discorso un po' più lungo intorno al valore dell'epistolario del poeta milanese.
Come tutti i carteggi, anche questo rappresenta una fante originale e primaria per la biografia dell'autore di cui rispecchia viaggi, attività, interessi e idee, gioie e preoccupazioni, simpatie e antipatie, esperienze e conoscenze. Ma Berchet non fu un uomo comune. Se non poeta eccelso, fu scrittore apprezzabile e abbastanza rappresentativo. Ai suoi tempi* inoltre, godette di discreta rinomanza e fu, come si direbbe oggi, un intellettuale impegnato. Si comprende quindi come, per la partecipazione alla vita culturale e politica del tempo, per l'amicizia e i contatti con gli uomini più significativi dell'emigrazione politica italiana e con i rappresentanti più significativi deU: intelligenza europea, le sue lettere alla gentilissima marchesina Gostanza costituiscano non soltanto un documento di primaria importanza per lo studio dell'attività degli esuli e dei proscritti , ma anche un documento importante per Io studio di tutta la vita europea del trentennio relativo.
Il sentimento per Costanza Àrconati (dall'incontro di Parigi, presso l'Hotel IioUande, la domenica ultima di dicembre del 1821, fino all'ultimo anno di vita dell'autore de I profughi di Porga), se giustifica l'avvio e il mantenimento della trentennale corrispondenza, affiora di rado in primo piano nella stessa (v., p. CB., I, 62 e 64) e ne costituisce, in definitiva, l'elemento meno interessante. Come i viaggi ed i soggiorni dell'esule lombardo nella tediosa Londra (dipendente della Ditta Obichii), nel castello di Gacsbeck (ospite invitato degli Àrconati), a Bonn (auditore e frequentatore di luminari come Nicbuhr, Schlegel, Welcker) e quelli più brevi in varie città tedesche, olandesi, francesi e italiane interessano soprattutto per i giudizi e le notizie che incontri, conoscenze ed esperienze consentono e provocano* così l'affetto dell* infelice Abelardo per la marchesina ce d'ogni bene adorna interessa nella misura in cui ispira confidenze*produce intimità e immediatezza, si accompagna a sincerità. Il fatto invero che le lettere furono scritte senza la preoccupazione (come sostiene giustamente il Van Nuffel) di una loro possibile pubblicazione non influì soltanto Bullo stile - fluido ed espressivo nei momenti di vena, involuto e scialbo nei momenti dì stanchezza e di predominio dei malanni frequenti dopo il 1839 ma ebbe influenza soprattutto sulla sincerità e schiettezza delle confidenze e dei giudizi* che erano del resto il tratto distintivo del temperamento retto* coerente e inflessibile del Berchet.
Si leganoa verificale lettere contenenti giudizi sul matrimonio dell'Azeglio con la vedova Blondel* sul l'opportunismo del Con sin, su certe rumorose manifestazioni del culto cattolico, l'aria di proselitismo di casa Manzoni, l'uvvcnturicrismo di certa parto dell'emigrazione italiana o quello contenenti giudizi su uomini illustri come Schlegel* Nicbltur, Meriniée e su inglesi* francesi, olandesi e belgi
Ma il lettore moderno troverà sicuramente interessanti anche corte prese di posizione per cosi dire anticipatrici su alcuni temi ancora attuali. Nella lettera del 12 novembre 1838, a proposito della moralità in erte* il Berchet scriveva: * lo scandalo non istà mai nell'in-