Rassegna storica del Risorgimento
BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
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1965
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620 Libri e periodici
genuità di dire le coso pel loro nome, ina Bensì noi dirle con intenzione maliziosa e nella lettera del 25 maggio dello stesso anno, a proposito del colonialismo, affermava perento-riamente: il trionfo totale della Giustizia vuole l'emancipazione totale di qualsivoglia colonia . GIUSEPPE LOCOBOTONDO
F. DELLA FERUTA, Democrazia e socialismo nel Risorgimento; Roma, Uditori Riuniti, 1965, in 8, pp. 463. L. 3.800.
L'autore ha qui raccolto numerosi suoi scritti, già precedentemente pubblicati in varie sedi tra il 1948 ed il 1964. Il volume si apre con un saggio sa Mazzini e la società italiana (apparso ranno scorso, con il titolo più appropriato di 17 pensiero sociale di Maz-sin, sulla Nuova Rivista Storica). Il punto di partenza dell'analisi, abbastanza ovvio, è costituito dalla constatazione che le idee economico-sociali di Mazzini - spesso presentate come un insieme cristallizzato una volta per tutte ed il suo pratico operare in direzione delle moltitudini, pur muovendosi in ultima analisi lungo direttrici coerenti, presentano tuttavia un loro svolgimento, una loro storia intema, cosi che, ai fini di una ricostruzione di quel pensiero sociale, è più utile cercare di ripercorrerne sommariamente le vicende, nei loro vari momenti, piuttosto che presentarlo nelle forme necessariamente astratte di uno spaccato ideologico.La sintetica trattazione che segue è chiara e puntuale, nel complesso persuasiva, e olire talora spunti di notevole originalità. Tutto sommato, comunque, ci troviamo di fronte ad una messa a fuoco della questione, ad una equilibrata chiarificazione di temi, piuttosto che ad una indagine veramente nuova. Del resto, non credo che in questo campo, allo stato attuale delle cose, potrebbero esservi grandi cose da scoprire.
Seguono due saggi strettamente connessi: Le campagne lombarde nel Risorgimento, e I contadini nella rivoluzione lombarda del 1848. Il primo, una breve disamina delle condizioni economiche e sociali delle campagne lombarde a metà dell'Ottocento, fondata su una sapiente utilizzazione delle principali fonti a stampa disponibili, non affiancata però da ricerche originali dell'autore; il secondo, assai più ampio, una ricerca in profondità sul carattere sociale della rivoluzione del '48 in Lombardia, dal punto di vista delle masse contadine e dei ceti rurali in genere.
Della Pernta sottolinea, e forse esagera un poco, il fatto che alla vigilia della rivoluzione, la popolazione agricola della Lombardia, nella sua maggioranza, dai piccoli proprietari di montagna ai mezzadri della Brianza, dai coloni delle colline ai piccoli affittuari ed ai salariati della Bassa era in uno stato d'animo tendenzialmente favorevole al movimento . Da questa premessa, che egli naturalmente si preoccupa di documentare, ma la cui validità meriterebbe comunque ulteriori approfondimenti, è facile per Della Peruta passare a far più o meno esplicitamente colpa a Cattaneo, ed in genere alla democrazia lombarda, di aver sottovalutato la possibilità di utilizzare la spinta popolare in senso antiaristocratico, dirigendola verso obiettivi di carattere democratico, e di avere dimostrato, nel .corso del '48, e una sfiducia obiettiva nelle energie rivoluzionarie delle classi popolari, pur intuendone l'importanza per una rivoluzione democratica e nazionale. < La democrazia del Cattaneo osserva Della Peruta espressione della classe media lombarda, era troppo cittadina e troppo poco fiduciosa nel popolo per arrivare a porre e chiarire esplicitamente in termini di alleanza e di direzione il rapporto con le classi popolari .
Fin dal mese di maggio, comunque, lo stato d'animo delle masse contadine aveva cominciato a modificarsi; ciò in quanto il progressivo indietreggiare dei moderati su posizioni di più aperta conservazione politica e sooiale motivato dai movimeli*delle classi popolari con il rigetto delle più elementari aspirazioni contadine* creava una situazione in cui un riflusso dei contadini in senBo austriacante sarebbe stato possibile . Anche cosi, tuttavia questa tendenza involutiva non ebbe carattere univoco: che il fermento sempre più sento delle popolazioni contadino, determinate sia dal disagio economico ohe dalla concreta linea di condotta del governo provvisorio lombardo, si manifestava in forme diverse e spesso antitetiche. Scrive in proposito Della Peruta: Lo sviluppo degli aweni-