Rassegna storica del Risorgimento

BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno <1965>   pagina <626>
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526 Libri e periodici
a condizioni proibitive per lo Stato, e quella presenza massiccia del capitale straniero che l'A. giustamente stigmatizza soprattutto sotto l'aspetto politico. A ciò si aggiungano èie* menti obiettivi, come la lenta formazione del risparmio con conseguente carestia di denaro, ed incongruenze spiegabili soltanto con prevalenti suggestioni politiche, come la mante­nuta pluralità degli istituti d'emissione. Ancora una volta, un po' tutte queste contraddi-zioni e debolezze trovarono il loro banco di prova e di conferma nella politica ferroviaria, che l'A. segue accentrando la narrazione sul clamoroso episodio Bastogi, ma mettendo anche in luce, ad esempio, certe divergenze nel prodotto chilometrico lordo delle ferrovie in esercizio da un anno all'altro, cosi notevoli da comprovare indirettamente l'improvvi­sazione e l'incoerenza che presiedevano a questo fondamentale settore della economia nazionale.
L'introduzione del corso forzoso si pone così all'acme di una crisi generale progressiva ed essenzialmente politica dello Stato, non già come un espediente tecnico transitorio quale Ferrara e Scialoja vollero presentarla dinanzi alla pubblica opinione, e forse anche alla propria turbata coscienza. Dopo il 1866 la ricerca del pareggio conferisce unità d'in­dirizzo e di scopo a tutta la politica finanziaria italiana. Le illusioni per il canale di Suez, la crisi della marina mercantile, Ut stessa tempesta bancaria non solo nazionale connessa col trionfo tedesco sulla Francia, tutto ciò non altera che contingentemente una linea-politica ormai fissata in modo drastico dalla natura stessa delle cose, che si evolve verso il protezionismo e l'intervento di Stato anche qui non soltanto per sollecitazioni dottrinarie o di partito ma per ccheggiamenti obiettivi della situazione internazionale, che si fanno avvertire nel campo strettamente finanziario più sensibilmente e prontamente che non, ad esempio, nell'agricoltura, le cui lentissime trasformazioni l'A. segue con finezza (si veda la pagina sul prestito usuraio nelle campagne meridionali e la funzione in merito dei monti frunientari): e non si parla delle già accennate conseguenze controproducenti delle alienazioni (a questo punto forse l'A. si sarebbe potuto soffermare un po' più sul disbosca­mento). Più veramente espositive le pagine dedicate all'industria, mentre l'A. ritrova tatto se stesso, un certo pathos democratico contcnutissimo, ma che pur di rado l'abbandona, anche in quest'opera tecnica, allorché passa a trattarre della legislazione operaia e dei tentativi riformìstici ed illuministici esperiti dai circoli conservatori più avanzati.
L'abolizione del corso forzoso, che si volle avvicinare alla contemporanea riforma elet­torale ed alla soppressione del macinato come più emblematica tra le riforme patrocinate e realizzate dalla Sinistra al potere, accanto a conseguenze immediate benefiche che l'A. si guarda bene, onestamente, dal sottovalutare, si presentò gravida di pericolose prospet­tive soprattutto per la sua connessione con la crisi agraria (un fenomeno la cui incidenza e vastità sfuggi forse al Parlamento, e non certo casualmente, nelle sue esatte dimensioni) e l'imponente inflazione del credito collcgata con la speculazione edilizia, fenomeno anche questo le cui implicazioni squisitamente politiche sono evidentissime. In sostanza, si con­ferma qui il soffocamento operato sul virtuosismo tecnico del Magli a ni da interessi e forze troppo più grandi di lui, e tali da premere vittoriosamente sull'inquieto e torbido, ma in sostanza ancor debole, mondo parlamentare italiano. Sicché, mentre gli espropri per insol­venza fiscale si susseguono nelle campagne a ritmo accelerato, e l'emigrazione assume con divergenze regionali o locali che l'A. sottolinea opportunamente, un'andatura siste­matica e massiccia, il Parlamento s'induce ad una risoluzione deleteria come la guerra com­merciale con la Francia, anch'essa inseparabile dal retroscena affarìstico della penisola e dal complesso dello situazione internazionale, ormai evolutasi in senso ben detcrminato e fortemente condizionante*
L'esportazione di seta e di vino, due voci fondamentali della bilancia commerciale italiana, subisce di conseguenza un tracollo rovinoso (e la Lombardia e le Paglie sono in tal modo acquisite all'opposizione ai sistema di governo imperante a Roma). La con­giuntura industriale peggiora, la situazione 'finanziaria del paese dev'essere più volte sostenuta dal provvidenziale e non certo disinteressato soccorso tedesco.
Ci si avvicina, attraverso 1 salvataggi e l'inflazione, ad una orisi bancaria radicale, ohe ancora una volta, come trent'anni innanzi, segnerà una svolta, un ripensamento