Rassegna storica del Risorgimento
BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno
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1965
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pagina
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630
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630 Libri e periodici
tato; esilia così il Lanzoni minore. Ci sono, per esempio, gli scritti su episodi e momenti del Risorgimento italiano (a cominciare dalla calata del Bonaparte): scritti brevi che potremmo chiamare di precisazione e di chiarimento su questo o quel particolare avvenimento o personaggio, e che sono quasi sempre valorizzati da incontri con documenti archivistici. Di tali scrìtti si è già occupato lo scrivente nel Convegno faentino del 1963, ed altrove.
Ma c'è anche un'altra tematica per la quale possiamo conoscere più particolarmente il sacerdote-cittadino, e cioè ci sono gli scritti politici che ora per la prima volta sono stati raccolti e pubblicati: pubblicazione doverosa che ha anche il pregio della tempestività*
La dobbiamo a Lorenzo Bedeschi che, non da oggi, ha dato prove del suo interesse pei problemi storico-politici e considerazioni ed affermazioni (non sempre concordi) a proposito dell*atteggiamento e se si vuole dell'evoluzione dei cattolici di fronte allo Stato italiano all'indomani di Porta Pia. e particolarmente negli ultimi anni del secolo scorso, fino oltre il termine della prima guerra mondiale. Lorenzo Bedeschi non poteva a meno di avvertire il valore degli atteggiamenti e delle testimonianze offerte da un sacerdote come il Lanzoni* maestro efficace e venerato, come abbiamo detto* di una privilegiata schiera romagnola ecclesiastici e laici di cui lo stesso Bedeschi ha fatto parte.
Ecco dunque presentato in questi due volumi degli Scrìtti putitici il Lanzoni minore il quale entra nella scena italiana come una personalità di rilievo, anche se ai è tenuto Era le quinte (gli Scrìtti mancano quasi tutti della firma), e se è rimasto fedele a quella moderazione ed a quella prudenza e magari a quella sottomissione che egli considerava una regola fondamentale della vita ecclesiastica.
Direi che si incontrano tre momenti di più forte interesse nella quasi trentennale partecipazione del Lanzoni nei limiti indicati al dibattito politico, e cioè 1:) il momento in cui don Romolo Mnrri propugna il suo programma romanticamente democratico e sinceramente cristiano (e chi scrìve può ben attestare come il Lanzoni mostrasse simpatia agli allievi che seguivano il Murri); 2) taluni anni del pontificato di Pio X contrassegnati da un penoso ed eloquente silenzio lanzoniano; 3) gli anni che corrono dalla prima grande guerra e giungono alla conquista del potere da parte di Mussolini.
In questi tre momenti di più vivo significato politico, ma anche in tutti i momenti del trentennio, il Lanzoni svolge temi che sono quasi sempre di circostanza e spesso sul filo della cronaca, assente ogni proposito di coordinazione; o regala garbatamente i suoi colpi polemici agli avversari politici o piuttosto ad opposte affermazioni dottrinali, ad affermazioni storiche tutt'altro che obbiettive, ed a scritti apparsi in fogli anticlericali, e là dove concezioni morali o politiche si offrivano come facile bersaglio ad un sacerdote di grande intelletto, di solida e moderna cultura e di pura coscienza quale era appunto il sacerdote faentino.
Nella polemica, e non solo in quella, il Lanzoni politico poneva a se stesso dei limiti, ossia sapeva frenarsi, e sempre rinunciava alle parole eccitanti o sferzanti, e rinunciava insomma a stravincere anche quando gli sarebbe stato facile di fronte a certi saggi dell'ignoranza altrui.
Una limitazione che rispondeva a signorilità dell'animo, ma che non riguardava l'estensione e la qualità dei terni. Basti sapere a questo riguardo che gli indici dei due volumi curati dal Bedeschi annoverano ben 272 titoli e quindi altrettanti temi diversi; e di tale varietà e quantità può darci conferma il copiosissimo Indice dei nomi di cui il Bedeschi medesimo fa ricca la pubblicazione.
La notevolissima quantità dei temi denuncia, in un certo senso, il criterio di scelta che è stato seguito. Di l'atti l'indagine non poteva essere più ampia e più scrupolosa, ed il proposito di offrire tutto non poteva essere più appassionato. Omissioni, a nostro parere, sono da escludere: sono inclusi anche taluni brevi scritti di argomento storico (le pagine, per esempio* su don Giovanni Verità) da cui traspare in qualche modo il pensiero politico dell'autore.
Questi sono alcuni degli aspetti esteriori di codesta prima edizione crìtica degli Scrìtti politici.
Dovremmo ora tentare l'esame del pensiero del Lanzoni soprattutto in rapporto al tempo ed all'ambiente in cai quel pensiero si formò e si manifestò; e dovremmo quindi