Rassegna storica del Risorgimento
BALBI SENAREGA FRANCESCO CARTE; BIBLIOTECA UNIVERSITARIA DI GEN
anno
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1965
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631
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Libri e periodici 631
esaminare fra l'altro in quale misura egli aderisse idealmente al movimento mur-rìano sia nei giorni della sua promettente primavera come in quelli del suo precoce e triste autunno. Dovremmo inoltre cercare la validità o non validità della diagnosi che egli ripetutamente formulò a proposito delle condizioni del clero e del laicato cattolico nelle varie fasi dell'allontanamento e dell'avvicinamento al terreno politico del paese; e dovremmo indicare entro quali confini di prudente neutralità o di austera superiorità dovevasi mantenere a suo giudizio il sacerdote di fronte ai partiti ed alla politica militante in genere. (Ricordiamo, per esempio* che il Lanzoni d'accordo in ciò col card. Gasparri, vedeva valicati, sìa pure in buona fede, tali limiti da don Sturzo)
Parimenti dovremmo segnalare i motivi anche contingenti della sua avversione all'ideologia marxista e socialista, non meno che al vecchio .credo repubblicano cosi arrovellato in Romagna da ostinati rancori contro i preti .
Questo ed altro dovremmo cercare nella miniera degli Scrìtti. Vana sarebbe invece la nostra ricerca a proposito del l'atteggi amento del Lanzoni sul tema della Conciliazione. Ciò è naturale.
Il Lanzoni che era ammalato da tempo, si spegnava nella vigilia di quell'avvenimento e precisamente 1*8 febbraio 1929. E poiché non sarebbe senza interesse una sua parola, non vogliamo rinunciare ad una testimonianza.
Difatti dopo il ritorno del suo ultimo viaggio a Roma (lo studioso era di casa alla Vaticana), e quando già qualche cosa trapelava su segreti avvicinamenti delle due parti, il Lanzoni in una delle sue consuete brevi passeggiate del tardo pomeriggio ebbe a confidare a tre suoi affezionati e devoti accompagnatori che a Roma non mancavano alti, prelati (e fece il nome di un cardinale) i quali, pur essendo conciliatoristi, non approvavano che il patto avvenisse con un regime dittatoriale. Si sarebbe potuto rimproverare alla Santa Sede così egli disse, ed io ero uno dei tre presenti di non aver trattato col popolo italiano e di aver approfittato di un dittatore.
Questa nostra testimonianza ci è sembrata doverosa nella occasione in cui cerchiamo il pensiero politico del Lanzoni, poiché non mancarono coloro che all'indomani dei Patti Lateranensi fecero di lui sic et simplìciter un precursore-paladino dell'evento storico. Quel dubbio del resto sulla opportunità della Conciliaz'one sembra sopravvivere, giacché la Conciliazione che si rievoca e festeggia oggidì nelle consuete cerimonie celebrative, ci costringe a pensare al paludamento delle vedove. Si rievoca difatti l'uno dei due contraenti, e si dimentica Poltro.
Ma quello che ora più importa è segnalare il contributo che all'edizione critica degli Scritti reca VIntroduzione del Bedeschi.
Sono ben 70 pagine ricche di preziosissime note (da esse si ricaverebbe una abbondantissima aggiornata bibliografia) che potrebbero definirsi una sicura e mirabile sintesi del pensiero politica lanzoniano. Il compilatore non ha risparmiato fatiche e cure* non ha ignorato circostanze, testimonianze vicine e lontane, nò voci e ricordi che potevano aiutarlo nel suo compito di precisazione, di coordinazione e di valorizzazione.
Noi leggendo VIntroduzione che, pur essendo densa di considerazione, si mantiene sobria e spigliata, abbiamo sentito senza possibilità di equivoco, che la comprensione del Bedeschi è anche tenuto conto delle mutate situazioni una compartecipazione. Al credo polìtico lanzoniano egli è risalito con la serenità ed il compiacimento di chi risale il corso del fiume per raggiungere le pure sorgenti.
Per questa corrispondenza intellettuale e sentimentale, il Bedeschi ha potuto interpretare (ed a nostro modesto parere non ba errato) anche i silenzi del Maestro al quale tu più che noto l'autoritarismo dina vescovo locale, ed il clima inquisitoriale che appunto localmente si era creato durante il pontificato di Pio X.
Introduzione - - lo abbiamo detto - - sobria e spigliata; e c'è uno stile conforme. Anche per questo essa armonizza con gli SctittL
Difatti hi prosa lanzoniano attrae (e ci consola) per la sua semplicità, perla sua naturalézza e per la sua urmonia: una prosa che ci richiama agli scrittori i quali sciacquati o no 1 panni in Arno vestivano i loro pensieri di panni puliti, di buon taglio e di genuina tessitura italiana. Pnwo ZAMA