Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA BATAVA 1795-1806; REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799 --
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1966
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DALLA DEMOCRAZIA DIRETTORIALE I ALL'AUTORITARISMO CONSOLARE IN FRANCIA I E NELLE REPUBBLICHE VASSALLE
1. Il problema della riforma della costituzione dell'anno III: dalla revisione costituzionale all'imposizione forzata di una nuova carta. 2. La congiura contro il regime direttoriale e la mancata intesa Boiirtpurttì-SieyÈs nel 17*)8: la dittatura del primo e la repubblica aristocratica del secondo. - 3. La polemica di Madame de Staci e di Benjamin Constant per porre fine alla Rivoluzione. 4. L'atteggiamento del Direttorio di fronte al problema: regime debole o regime forte. S. Dittatura senza dittatori: conservazione in Francia e riforma nelle repubbliche vassalle: dalla Batava all'Elvetica, dalla Romàna alla Cisalpina. - Conclusione: l'ombra del regime consolare*
I.
Il colpo di stato del 18 Fruttidoro V, perpetrato dal Direttorio giacobino contro l'ala moderata della rappresentanza nazionale, non apre soltanto in Francia e nelle repubbliche vassalle un nuovo corso storico d'incalcolabili conseguenze sul piano politico e sociale; esso porta anche in primo piano, all'attenzione del paese e alla responsabilità dei governanti, un problema fino allora sconosciuto nella vita del regime, destinato ad avere un peso determinante sul corso degli avvenimenti, e che i successivi attentati anziché chiarire, o attenuare, dovevano portare al diapason: il problema della riforma della carta costituzionale. Dal 18 Fruttidoro al 18 Brumaio, quando Bonaparte rovescia il Direttorio, la Francia vive praticamente fuori della legalità costituzionale sotto l'effettiva dittatura di un gruppo di uomini profondamente diversi per temperamento e per tendenze politiche, legati tra loro soltanto dalla volontà di conservare il potere, i quali, appoggiandosi, secondo l'opportunità e le circostanze, ora a destra e ora a sinistra, avevano finito praticamente per ridurre l'opposizione ad una larva e a fare del potere legislativo un docile strumento dei loro particolari interessi politici. La differenza di tono tra i vari colpi di Stato ji particolari motivi di volta in volta addotti dai direttori a giustificazione del loro operato, i metodi non sempre identici impiegati nella lotta mortale per la conservazione del potere e le contrastanti ripercussioni politiche e militari che tali fatti ebbero sul piano interno ed esterno (sia coll'infiuenzare i lavori del Congresso di Rastadt e i rapporti con le potenze europee, sìa coi gettare il disordine e la confusione nelle repubbliche vassalle, radicalizzando da un lato la lotta rivoluzionaria nella penisola e strozzandola dall'altro improvvisamente nell'accettazione dello stati* quo, per ritornare successivamente alla guerra di propaganda), non mutano la sostanza del problema. In una parola, essi non sono che variazioni di uno stesso tema, avente un unico e ben chiaro obiettivo: la conservazione del potere. Dittatura, abbiamo detto, e nessun storico potrebbe con onestà contestarne il carattere il significato; ma una dittatura