Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA BATAVA 1795-1806; REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799 --
anno <1966>   pagina <10>
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Carlo Zaghi
cioè, fondato sull'arbitrio e sull'illegalità, che della repubblica non ha che il nome e l'apparenza e il gergo democratico, e che il Mallut dn Pau chiamerà, in un suo rapporto a "Vienna, rivoluzionarìamente costituzionale, o eostituzio-nalmente rivoluzionario M
Giunti a questo punto è lecito chiedersi: perchè il Direttorio, che calpesta va ogni giorno la costituzione, non pensò di riformarla radicalmente secondo i suoi gusti e i suoi esclusivi interessi ? Tra le molte accuse formulate dal La Revellièrc-Lépeaux contro la costituzione dell'anno HI ce n'è una particolar­mente suggestiva: quella di non dare al Direttorio il mezzo legale di difen­dere la costituzione stessa dagli eventuali attentati commessi contro di lei e di avergli negato il diritto di veto, proposto dal Daunou e dal Lanjuinais alla Convenzione, sugli atti del Corpo Legislativo.2) Stando così le cose, perchè il *
18 Fruttidoro l'esecutivo non senti il bisogno, anche per giustificarsi davanti al paese, di colmare il vuoto lamentato, fornendo alla repubblica gli strumenti legali necessari alla salvaguardia della repubblica stessa? A queste, e a molte altre domande ancora, non è facile rispondere esaurientemente. Il problema non è mai stato affrontato di proposito con l'ampiezza che merita, e lo studio che il Mathiez ha dedicato all'argomento 3) non risponde che in parte, e non sempre esaurientemente, ai molti interrogativi ohe si pongono. Che fin dal primo colpo di Stato contro la rappresentanza nazionale il Direttorio francese pensasse di modificare la costituzione, a parte il fatto ch'esso era implicito nella natura stessa dell'attentato, è provato da numerose testimonianze di amici e di con­temporanei. All'indomani stesso del 18 Fruttidoro incominciano a piovere al Lussemburgo sul tavolo del Direttorio, o dei membri più autorevoli di esso, o più influenzabili, suggerimenti, consigli e eccitamenti in tale senso, i quali spesso non sono che la eco o lo sviluppo di desideri o di suggestioni di uomini più spregiudicati e potenti, che pel momento amavano mantenersi dietro le quinte, quando, diffusi a bella posta e commentati nei circoli politici, non co­stituiscono che veri e propri ballane d'essai, sfruttando risentimenti e paure, facendo leva sull'antagonismo fra i vari poteri, speculando sulla situazione po­litica del momento, prospettando soluzioni rapide e vantaggiose non facili a ripresentarsi. Sono filosofi disoccupati che considerano la politica un'avven­tura, come Saint-Simon, pubblicisti in cerca di fortuna e di successo, come Benjamin Constant, letterati petulanti, come Madame de Stagi, militari am­biziosi e intriganti, come Bonaparte; alti funzionari del regime insofferenti di
l) MAZ.LET ne PAN, op. di., II, p. 383: Zurigo, 4 gennaio 1798. Si veda anche il di­spaccato del ministro napoletano a Parigi, Alvaro Buffo, al marchese di Gallo, del 13 mag­gio 1798 (cifrato), in NAT-OLI, AIICH. DX STAXO, Esteri, Francia, cart. 2313. Avvertiamo una volta per sempre il lettore che i dispacci Ruffo, oggi irrimediabilmente perduti per gli studi, furono da noi cousui tuli uIl'Archivia di Stato di Napoli, insieme a migliaia di altri documenti, prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, quando una parto impo­nente dei fon-li dell'Archivio di Napoli andò distrutta per la criminalità del comando germanico. L'indicazione della cartella è quella originale.
*) LAHEVKLLrÈRE-LÉJ'EAUX, MSilloirOB, II, pp. 60-61.
3) A. MATHIEZ, ha riforme de lo Conatilution de l'un III après le coup d'Stui du 18 FruetUlor an V* in Armale* historiquee de la Revolution frano/liso, gennaio-febbraio 1929, pp. 523: ripubblicato nel volume postumo di A. MATHIEZ, mirato da J. Godechot, Le Directoire, Paris, 1934, pp. 336-355.