Rassegna storica del Risorgimento

REPUBBLICA BATAVA 1795-1806; REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799 --
anno <1966>   pagina <11>
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Democrazia direttoriale e autoritarismo consolare 11
controlli e di critiche, come Faipoult; zelanti corifei del Direttorio, di cui in­terpretano o travisano tendenze ed atteggiamenti autoritari per servilismo o per convenienza, se non sempre per convinzione, come Lauraguais; *) termidoriani delusi, come Lanthenas, che alla Convenzione nel '95 avevano combattuto il progetto della commissione degli undici, ideologici e teorici che considerano le istituzioni non come qualcosa di statico e di duraturo, ma di perenne­mente adattabile alle mutevoli esigenze sociali e politiche del paese, conser­vatori, come il Mailhc, che trovano troppo ampia la dichiarazione dei diritti. dei doveri e reclamano nuove riduzioni del suffragio ; repubblicani moderati, come Daunou, che rimproverano alla costituzione di essere permeata di spirito di proselitismo democratico e di suscitare l'apprensione delle monarchie; o repubblicani acquisiti, di nuovo conio, che non vogliono una costituzione li­berale, ma una costituzione che garantisca le loro HTwhiwnm politiche, le loro speculazioni fondiarie, il libero godimento delle loro rendite e delle proprietà accumulate e la conservazione dei loro privilegi; o avversari dichiarati della costituzione dell'anno III, come Sieyès, che al sistema dcU'equilibrio vogliono sostituire quello del concorso dei poteri.
Caratteristica fondamentale di tutti questi progetti, indipendentemente da­gli interessi e dalle preoccupazioni che esprimono, il rafforzamento dell'esecuti­vo e la restrizione del suffragio elettorale. Sia che propugnino l'istituzione del diritto di veto o del giurì costituzionale o la nomina di un grande elettore, sia che reclamino la creazione d'una repubblica presidenziale di tipo' americano, sia che guardino con nostalgia alle istituzioni britanniche che il Montesquieu e il de Lolme avevano illustrato ed esaltato, sia che mirino a rafforzare i privi­legi delle classi conservatrici ed aristocratiche, o a salvaguardare le conquiste più. importanti della Rivoluzione, l'acquisizione di questi due obiettivi è con­siderato essenziale alla conservazione del potere: il primo per tenere in sog­gezione le Assemblee e controllare la vita interna del paese, delle pubbliche amministrazioni e della giustizia; il secondo per sbarrare il passo all'avanzata delle classi popolari e ai fautori della democrazia sociale. E vero che un tale esercizio era stato notevolmente ridotto nel 1795; ma ai reazionari del 1797-1799 esso appare ancora troppo liberale e tendono a ridurlo ulteriormente, o ad alternarne il carattere attraverso nuove restrizioni anagrafiche e censitane (si pensi che soltanto 30 mila elettori di 2 grado esistevano praticamente in Fran­cia), sia escludendo nuove e determinate categorie di cittadini, come i convenzio­nali montagnardi perseguitati durante il terrore bianco e riammessi al diritto di voto e agli impieghi con la legge del 15 luglio 1797 (magari applicando subito l'obbligatorietà della professione meccanica e del leggere e scrivere che, secon­do la costituzione, doveva andare in vigore soltanto a partire dall'anno XII), sia estendendo il diritto di voto a lutti quei gruppi di preti refrattari e di emigrati provvisoriamente radiati, e relativi parenti, che fin dall'indomani del primo colpo di Stato il Direttorio, ripristinando una vecchia legge dell'ottobre 1795, aveva nuovamente messo al bando. Contemporaneamente informatori, ministri esteri* giornalisti, oppositori e spie nei loro dispacci attribuiscono o rimprove­rano al potere esecutivo i pia ampi e radicali progetti di sovvertimento del sterna politico esistente, o di parziale o totale riforma della costituzione in
') A. MATIIIEZ, Le Diremmo ug; 33B-340.