Rassegna storica del Risorgimento
REPUBBLICA BATAVA 1795-1806; REPUBBLICA CISALPINA 1797-1799 --
anno
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1966
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pagina
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22
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Carlo Zughi
e ne ammira lo spirito caustico, il freddo egoismo, l'immenso orgoglio, BUÌ quali corcherà in seguito di modellare la sua vita; più. tardi, lo afferma egli stesso. al ritorno di Sieyès dalla fallita missione di Berlino, Io frequenterà quasi ogni giorno fino al colpo di Stato del 18 Brumaio.1' Quale peso abbiano avuto i due legislatori sulla formazione del pensiero politico di Constant lo dimostra il fatto che molti principi della dottrina liberale da lui elaborata discendono in linea retta da Sieyès e risentono dell'inilnenza di Daunou, quantunque il Constant non abbia mai voluto ammetterlo apertamente, o ami far credere il contrario. Ce n'è abbastanza per capire che l'intrigo ordito da Bonaparte nel 1798, d'accordo con Talleyrand per dare la scalata al potere non è che un aspetto (forse il più-appariscente e clamoroso) di un piano di riorganizzazione e di stabilizzazione Statale d'ampie proporzioni, tendente a chiudere definitivamente la Rivoluzione, articolato in infiniti rivoli, con toni e sfumature e prospettive diverse, ma strettamente interdipendenti, e che tra le idee inespresse di Sieyès nel 1798 (contrariamente a quanto credettero i contemporanei, l'exabate non dettò mai una sua costituzione) e quelle espresse da Madame de Staci nel libro famoso Des circonstanc.es actuclles, scritto nell'ottobre 1798, esiste un rapporto stretto al di là e al di sopra delle differenti soluzioni proposte, proprio di chi attinge alla stessa realtà politica i motivi della sua protesta ed opera nella linea di una difesa ad oltranza delle medesime posizioni egemoniche, economiche e sociali. Attraverso la loro voce la borghesia censitaria, fattasi conservatrice, si confessa e si esprime. Non ha che un desiderio: godersi in pace le conquiste raggiunte con la Rivoluzione. Di fronte al pericolo di un ritorno offensivo d<-ìVAncien Regime, anche se rammodernato e corretto, che la ributterebbe indietro nel tempo, spogliandola di tutto, e della democrazia sociale del '93, che metterebbe in discussione le sue posizioni dittatoriali e ne comprometterebbe la stabilità, la trasformazione del regime le appare come l'unico mezzo possibile per mettere le sue conquiste al riparo da eventuali colpi di mano e legalizzare sul piano giuridico il suo predominio. Strumenti indispensabili di quest'opera di conservazione: la limitazione sempre più stretta e raffinata del diritto di voto ai ceti e alle classi meno abbienti o più pericolosi che possono dare ombra; l'obbligo agli abbienti di scegliere i loro candidati tra liste fisse e il rafforzamento dello Stato mediante la concessione di nuovi strumenti all'esecutivo, che la rigida divisione dei poteri e l'eccessivo decentramento amministrativo avevano molto indebolito. Nel dilemma in cui la borghesia si dibatte lo stesso problema della struttura costituzionale e politica dello Stato diventa secondario e contingente. Qualcosa sta morendo, anche se lentamente, nella coscienza della nazione. La repubblica, come la libertà, la quale sembrava una conquista eterna, gira ormai a vuoto, su strutture logore o malferme, e non scalda, né infiamma più i cuori come aveva fatto nel '91. nel '93 e anche nel '95. Siamo appena agli inizi di codesta parabola discendente, ma gli spiriti più lottili, atteri li alle minime vibrazioni delle coscienze, già ne avvertono i primi sintomi premonitori. La preoccupazione di salvare la repubblica o di
') B. CONSTAIST, Salitimira hùtoriqùés à propos de l'ouvrage da M. Bifinon, in Revufi de PariK, XI (1830). pp. 108-125; XVI, pp. 102-112, 221-233. Su Constant durante il Direttorio rimandiamo uno volin per sempre ni documentino e polemico volumo di IT. Gtm> LKMIN, Benjamin Contumt muscnrditi, da noi già citato: particolarmente, pp. 10-53, 248-250.